venerdì 28 novembre 2008

Unitalsi. Conclusione dell'Anno Giubilare di Lourdes

Cari amici,

vi inoltriamo l'invito da parte del Gruppo Unitalsi della Parrocchia dell'Immacolata a Montughi, a partecipare alle iniziative per la chiusura dell'Anno Giubilare di Lourdes. Mi permetto una brevissima riflessione. In un contesto come il nostro, dove la sofferenza e la malattia sono viste troppo spesso come una vergogna e un'ostacolo insuperabili e insensati, l'esperienza di Lourdes ci insegna che la speranza e la fiducia nella Vita vincono su tutto.

Immagine- Giovedì 4 dicembre, ore 21.00. Proiezione del video Bambini di pace sul pellegrinaggio nazionale dei bambini a Lourdes svoltosi lo scorso giugno.

- Domenica 7 e lunedi 8 dicembre. Apertura della mostra fotografica Ricordi di Lourdes. Ore 9.00 - 13,00 e 15,30 - 20,00.

Le attivita si svolgeranno nei locali della Casa parrocchiale dell'Immacolata a Montughi, in via Fabbroni 21 (per chi proviene dalla stazione prendere l'autobus n.4 direzione via dei Cappuccini e scendere alla prima fermata di Via Fabbroni).

domenica 23 novembre 2008

Insieme accanto ad Eluana, riflettendo sulla vicenda che sta scuotendo le coscienze di tutti

RIFLESSIONE DI MONS. BETORI

Rosario per la vita - Veglia di preghiera per Eluana Englaro

20 novembre 2008, Basilica della SS.ma Annunziata, Firenze

La forma popolare che abbiamo voluto dare a questo nostro momento di preghiera, quella tradizionale del Santo Rosario, è la veste più appropriata per i contenuti della nostra riflessione e della nostra implorazione, in quanto si tratta di contenuti altrettanto radicati nel profondo della coscienza del nostro popolo. Oggi infatti ci siamo riuniti, attorno alla Madre di Dio e Madre nostra, per ribadire la profonda convinzione, di fede e di ragione, che la vita umana è un bene inalienabile e indisponibile, e questa è la necessaria conseguenza del valore primario che è la vita per l’uomo e della dignità che va riconosciuta a ogni persona umana.

Lo facciamo con riferimento alla tragica vicenda di una giovane donna di Lecco, che dopo un incidente stradale vive da sedici anni in uno “stato vegetativo”, a cui la vita rischia di essere sottratta per volontà di una sentenza. Pur toccati, commossi e rispettosi per la drammatica condizione che ha colpito la vita di Eluana e, di riverbero, quella dei suoi familiari, mentre condividiamo la tristezza di quanti le sono vicini con affetto, non possiamo far tacere la nostra intelligenza e la nostra coscienza. Da esse ci proviene la forza suadente che ci fa ripetere: No! Non è ragionevole che la vita che palpita in questa giovane sia spezzata per mano d’uomo.

Non è ragionevole che accada questo, anzitutto perché Eluana è una di noi: non è qualcuno con una esistenza e dignità inferiore a quella umana, a quella di ogni altra donna che abita questa terra. La sua particolare condizione neurologica non le consente di comunicare sensibilmente con chi le è accanto e di compiere autonomamente dei gesti, ma essa è viva e partecipa della nostra stessa vita. Il rispetto, l’attenzione e l’amore alla vita dell’uomo non può conoscere eccezioni. Se così fosse, si aprirebbe la strada alla più iniqua forma di discriminazione, quella basata sulla condizione psicofisica e sulle capacità della persona.

Non convince neppure l’insinuazione che sul corpo di questa giovane si stia praticando una sorta di “accanimento terapeutico”. Lo escludono non solo la discrezione e la venerazione di cui essa è circondata, ma la stessa scienza medica, nella misura in cui riconosce unanimemente che non vi è terapia per lo “stato vegetativo”, ma solo la possibilità di praticare cure volte a sostenere la fisiologia del corpo, fornendo a esso anzitutto acqua e sostanze nutritive che questi pazienti non sono in grado di assumere con l’alimentazione orale.

Infine, è estraneo alla retta ragione il tentativo di giustificare la morte per interruzione delle cure minime essenziali attraverso il ricorso a una presunta e remota volontà della paziente di porre fine anzitempo ai giorni della propria vita. Quante volte, in un momento di paura, di smarrimento o di disperazione, a una persona è accaduto di desiderare o invocare la morte? Ma un’espressione di sconforto o di disagio non dà a nessuno l’impensabile diritto di togliersi la vita o di chiedere che qualcuno ci privi di essa e ancora meno che qualcuno tragga al posto nostro decisioni in tal senso.

La vita di Eluana è un bene, un bene prezioso che Dio le ha donato e di cui tutti noi siamo partecipi, perché della stessa vita noi viviamo. Un bene che siamo chiamati ad amare, custodire e valorizzare contro ogni tentativo di strumentalizzazione o di squalificazione.

Su queste elementari verità vogliamo riflettere, e lo facciamo anzitutto in nome della fede nel Dio della vita. Egli infatti, come ci dice Gesù, «non è il Dio dei morti, ma dei viventi!» (Mt 22,32) e vuole la vita di tutte le sue creature. È lui che ce la dona e che ci invita a custodirla, quella nostra e quella degli altri, come emerge fin dalle prime pagine della Genesi, con la domanda che ci interroga sempre e tutti: «Dov’è Abele, tuo fratello?» (Gen 4,9). A noi il compito di custodirla, perché questa vita possa essere accolta dal Padre comune al termine del cammino nel tempo, così che egli possa trasformarla in una vita senza fine. In tale prospettiva, la vita temporale e quella eterna non si oppongono, ma la seconda si presenta coma una trasfigurazione della prima, che in essa raggiunge la pienezza.

Proprio perché dono di Dio e perché destinata all’incontro definitivo con lui – un dono che deve essere a lui riconsegnato –, la nostra vita non ci appartiene, non è a nostra disposizione, né può esserlo quella di un altro, di un nostro fratello. L’unico modo con cui possiamo, per dir così, disporne è quello di donarla agli altri, secondo quella logica del servizio e del dono di sé di cui Gesù sulla croce ci offre il modello e il fondamento. Questo perché il dono di sé costituisce un’anticipazione e un ingresso in quella dimensione divina dell’amore che è il volto che assume la vita dell’uomo nel mistero eterno di Dio Amore.

Solo in questo senso e in questa scelta d’amore la vita nel tempo può essere considerata un bene relativo. Relativo per l’appunto alla vita eterna; e solo in questa prospettiva e non rispetto ad altri beni può diventare strumento di un bene più alto, che è Dio stesso. Non può essere invece considerata un bene relativo rispetto ad altri beni umani, di cui costituisce al contrario il fondamento, perché non ci può essere alcun bene per l’uomo se egli anzitutto non è un essere vivente. Tanto meno si può pensare di creare delle gradualità all’interno della vita, per cui, in specie nei suoi momenti iniziali e finali, essa possa essere considerata in alcune condizioni meno degna, e al limite un bene disponibile e quindi anche sopprimibile.

Ne va della dignità dell’uomo come essere personale, principio primo della convivenza umana e del quadro giuridico dei diritti umani che regge la nostra civiltà. La riflessione, a questo punto, dal campo della fede, si sposta a quello della ragione e si impone alla considerazione di credenti e non credenti. Ci sono state epoche e culture che hanno potuto pensare che la presenza o l’assenza di una o l’altra qualità, fisica o morale, potesse segnare un confine tra ciò che umano era e ciò che non poteva esserlo. In questa ottica venivano giustificati la schiavitù, l’infanticidio, l’emarginazione o la soppressione dei malati mentali, ecc. Oggi consideriamo istintivamente tutto ciò espressione di barbarie o di una compressione dei diritti umani che non vorremmo rieditare. Eppure proprio questa sembra essere la deriva verso cui ci stiamo incamminando, distruggendo a colpi di sentenze un quadro giuridico che finora ci ha salvaguardati dal conflitto degli interessi contrapposti e dalla babele dei desideri incontrollati.

La chiarezza e la incontrovertibilità di queste convinzioni non ci rende ovviamente estranei alla sofferenza in cui piombano persone e famiglie quando sprofondano nel vortice del dolore inconcepibile e straziante. Ma siamo convinti che la risposta alla sofferenza stia nel farsi «custode», secondo la parola della Genesi (Gen 4,9), cioè nel prendersi cura, nel condividere il peso della tragedia, nell’accompagnare e sorreggere in un cammino spesso oscuro. Questo la Chiesa ha sempre fatto nei momenti più luminosi della sua storia, e questo ha seminato come sorgente di animazione di una società che fosse più attenta alle fragilità. La Chiesa lo fa con i gesti della carità, ma lo fa anche e soprattutto mettendo in campo la risorsa più efficace che ha in suo possesso, vale a dire la preghiera, il dialogo d’amore con il Padre di tutti.

Lo abbiamo voluto fare anche noi questa sera, mettendo nelle mani di Dio Padre, per la mediazione di Maria, la vita di Eluana Englaro, perché si trovi la strada per rispettarla e affidarla al suo naturale compimento, senza esercitare alcuna violenza su di essa. Nelle mani del Signore poniamo anche la sua famiglia, quella naturale, straziata dal dolore, e quella che potremmo definire acquisita, formata dalle religiose che l’hanno accudita per tutti questi lunghi anni. La preghiera vuole chiedere al Signore di illuminare menti e cuori di quanti devono prendere decisioni che potrebbero essere di incalcolabile portata non solo sulla vita di Eluana ma anche sul futuro della nostra società. Vogliamo portare accanto al cuore del Signore anche la vita di tanti altri malati e delle loro famiglie, che vivono la medesima sofferenza o soffrono per situazioni analoghe, magari scarsamente sostenuti dalla società e dalla carità dei fratelli. Al Signore chiediamo, infine, che il nostro popolo non perda mai i riferimenti di fondo della sua civiltà, che dal rispetto della persona umana trae alimento essenziale per custodire e promuovere per tutti una vita buona.

Interceda per noi la Beata Vergine Maria Annunziata, che nel sì alla vita del suo Figlio Gesù dette inizio alla salvezza dell’intero genere umano. Amen.

+ Giuseppe Betori - Arcivescovo di Firenze

 

 

La riflessione di uno di noi

Con la sentenza della Corte di Cassazione sembra si stia concludendo la triste vicenda di Eluana Englaro. Prima di affrontare questo argomento cosi delicato, occorre avere rispetto e sentimenti di vera pietà nei confronti di Eluana e per i suoi genitori che vivono una situazione cosi tragica e dolorosa, ma nello stesso tempo essere fermi a condannare qualsiasi atteggiamento che è contrario alla dignità stessa della persona umana. La difesa del concetto della persona umana non è solamente dettata dall'adesione a valori confessionali (opinabili per chi non è credente), ma soprattutto ai valori fondamentali e laici su cui si fonda la stessa società umana. Per questo Mons. Fisichiella ha commentato: “bisogna avere rispetto per la decisione per la sentenza della Corte di Cassazione, però dopo questa sentenza assistiamo all'imbarbarimento del diritto”. E, verrebbe da aggiungere, si assiste al paradosso che in sede internazionale l'Italia è stata una delle promotrici della moratoria  per l'abolizione della pena di morte, mentre i suoi magistrati stabiliscono che una cittadina italiana vada incontro ad una morte atroce con il distacco dei sondini dell'alimentazione.

Ma questa sentenza ha anche altre conseguenze: per la prima volta si “applica” una norma non codificata nella legislatura italiana e, oltretutto, si sono considerate come prove valide, testimonianze frammentarie e opinabili, che probabilmente in una causa patrimoniale sarebbero state rigettate. Inoltre, come hanno affermato alcuni costituzionalisti, assistiamo ad un sovvertimento dell'ordinamento costituzionale, poiché per la prima volta in una situazione di vacanza normativa la magistratura non rimanda la questione al potere legislativo, cioè al parlamento, ma in nome dell'eccezionalità e singolarità del caso decide, sostituendosi al parlamento stesso.

Vanno poi considerati gli aspetti etici e morali, non ultimo quello che riguarda la missione dei medici, i quali, sulla base del giuramento di Ippocrate, da più di 2000 anni si impegnano a curare fino alla fine i loro pazienti, senza somministrare ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerendo un tale consiglio. Occorre precisare poi che i medici che seguono Eluana non praticano nessun tipo di accanimento terapeutico nei suoi confronti ma si limitano solamene a nutrirla e ad aiutarla a respirare.

Sullo sfondo di queste considerazioni, emergono pericolosi interrogativi e minacciose derive, riguardo il concetto di dignità della persona umana. Esistono dunque individui che si possono considerare persone e come tali essere tutelati e garantiti, e altri che hanno invece perso questa prerogativa? Coloro che presentano rilevanti mancanze mentali o si trovano in situazione di coma si possono considerare persone? Il bambino nato prematuro si può considerare persona? L'embrione si può considerare persona?

Siamo sicuri che i protagonisti di questa triste vicenda sono alieni da qualsiasi retropensiero, ma il timore è che siano stati fatti strumento inconsapevole di forti spinte eugenetiche, che fanno leva sulla pietà e sui sentimenti sinceri per imporre una concezione utilitaristica della vita, in cui ci sia posto soltanto per chi è perfetto e non costituisce “un problema”. Occorre perciò riaffermare ancora la centralità della vita umana, che inizia con il concepimento e finisce con la morte naturale, e nessun soggetto, neppure lo Stato stesso, può stabilire quando una vita può terminare, quando non è più degna di essere vissuta. Questa è la prospettiva su cui impostare un dibattito serio e riempire magari questo vuoto normativo attraverso una legge sul testamento biologico, che tuttavia si fondi sulla centralità della vita, senza prestarsi a più o meno sottese derive verso l'eutanasia.

Lorenzo C.

mercoledì 19 novembre 2008

Veglia di preghiera per Eluana

Carissimi tutti,
Giovedì 20 Novembre, alle ore 21:00, presso la chiesa della Santissima Annunziata ci sarà una veglia di preghiera per Eluana Englaro, con il nostro Vescovo Monsignor Giuseppe Betori e il vescovo-ausiliare Claudio Maniago.
L'invito da noi proposto, come Movimento per la Vita, da trent'anni impegnato nella difesa della vita dal concepimento alla MORTE NATURALE, è di partecipare numerosi e di diffondere la notizia il più possibile.
Per coloro di noi che credono nella forza della preghiera è questa una occasione di estrema importanza... Non solo perchè è in gioco ancora una volta la dignità della persona, ma anche perchè, come ha scritto CARLO CASINI nel suo ultimo libro: "ELUANA E' TUTTI NOI"....ed è proprio così!Abbiamo solo due giorni... DIAMOCI DA FARE!!
MpV toscana giovani

Di seguito alleghiamo il testo dell' appello di Magdi Cristiano Allam per adottare a distanza Eluana:

"Cari Amici,
Lancio un appello urgente e forte a mobilitarci per difendere il diritto alla vita di Eluana Englaro, affinché trionfi il valore insopprimibile della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale quale fondamento della nostra umanità e della nostra civiltà. Mobilitiamoci testimoniando con la parola la nostra strenua condanna dei boia del relativismo etico che violano incontestabilmente il valore insopprimibile della sacralità della vita, che si sono arbitrariamente auto-attribuiti il diritto di sentenziare che Eluana non debba più continuare a vivere, che Eluana debba essere uccisa cessando di nutrirla. Mobilitiamoci contro questa deriva etica, giuridica e politica che vorrebbe “cosificare” la vita umana, con il tragico risultato che oggi i nostri figli immaginano, come è avvenuto per dei quattordicenni siciliani che non si sono fatti scrupoli ad assassinare una loro coetanea dopo averla stuprata e messa incinta, che la vita umana possa essere impunemente usata, violata e buttata. Mobilitiamoci affinché Eluana possa restare in vita presso le suore Misericordine che da 14 anni l’accudiscono amorevolmente nella casa di cura “Monsignor Luigi Talamoni” a Lecco, che hanno detto: “Per noi Eluana è una persona e viene trattata come tale. E’ una ragazza bellissima. Vorremmo dire al signor Englaro (il padre) che se davvero la considera morta di lasciarla qui da noi. E’ parte della nostra famiglia”. Mobilitiamoci sostenendo a viva voce che anche per noi Eluana è una persona che ha diritto alla vita e anche per noi Eluana è parte della nostra famiglia. Promuoviamo un’adozione a distanza di Eluana che sia tale innanzitutto nei nostri cuori e che possa, se necessario, trasformarsi in un impegno concreto al fianco delle suore Misericordine che attestano con la loro testimonianza d’amore e di vita l’autentico messaggio di Gesù, che trova piena corrispondenza nei valori assoluti e universali che sostanziano l’essenza della nostra umanità. Vi esorto a far pervenire a questo sito la vostra adesione a questo appello, indicando il vostro nome e cognome, la vostra e-mail e la motivazione per la quale aderite all’appello. Cari Amici, secondo la testimonianza, pubblicata oggi su Il Foglio, di Marco Barbieri che ha incontrato Eluana cinque anni fa, la ragazza ogni mattina apre gli occhi e alla sera li richiude. Non è attaccata a nessun tipo di macchinario che ne favorisca la respirazione, non assume alcun farmaco, l'unico elemento esterno che le consente di vivere è il sondino che scende in fondo al suo stomaco e la nutre. I medici lo definiscono uno stato vegetativo permanente, ma Barbieri ricorda che "la letteratura clinica è ricca di casi di uomini e donne che dopo periodi di coma come Eluana si sono risvegliati" anche se non è dato sapere come e quando. Di fatto il coma permanente è ben diverso dal coma irreversibile. Tanto che, come si legge a pagina 6 de Il Giornale, le suore che la accudiscono non sospenderanno mai l'alimentazione, come conferma la responsabile della clinica suor Albina Corti: "Per ora non ci hanno ancora comunicato nulla. Non sospenderemo mai l'alimentazione. Nel caso, venga il padre a prenderla: fino ad allora la ragazza starà qui. Anche se vorremmo dire al signor Englaro che se davvero la considera morta di lasciarla qui da noi. E' parte anche della nostra famiglia. Per noi è una persona e viene trattata come tale. E' una ragazza bellissima. Qualche volta se le parla suor Rosangela muove gli occhi". Cari Amici, è per queste ragioni che vi chiedo ancora di sottoscrivere l'appello. Cari Amici, andiamo avanti insieme da Protagonisti per l’Italia dei diritti e dei doveri, del bene comune e dell’interesse nazionale, promuovendo un Movimento della Verità, della Vita e della Libertà, per una riforma etica dell’informazione, della società, dell’economia, della cultura e della politica, con i miei migliori auguri di successo e di ogni bene".

Qui si può aderire:

sabato 15 novembre 2008

Eluana: la lettera del Cardinale Tettamanzi alle suore che la accudiscono

Non aggiungiamo nulla a quanto scritto dal Cardinale di Milano, solo un invito a leggere con attenzione queste parole bellissime, piene di tristezza, compassione, solidarietà, lontane anche da toni polemici, ma non per questo meno chiare e significative.

 

fonte: www.lastampa.it

L'arcivescovo di Milano ha scritto alle suore di Lecco che si prendono cura di Eleana Englaro.  Una lettera che ci sembra interessante condividere con voi, perché con toni lontani da ogni accento polemico porpone spunti di riflessione su questo caso drammatico. Eccovi il testo:

Carissime Suore Misericordine,

mentre in questi giorni si moltiplicano le notizie, le decisioni e le prese di posizione sulla vicenda di Eluana Englaro, ho pensato spesso a voi, ai vostri sentimenti, alla vostra trepidazione, al vostro servizio quotidiano e soprattutto alle vostre preghiere. Lo sanno tutti che per voi Eluana non è un “caso”, ma una persona, una giovane donna che, con la collaborazione del personale sanitario della vostra Clinica “Beato Luigi Talamoni”, accudite da anni senza clamori, con competenza e gratuito amore. Una donna ferita nel corpo e nella mente, una donna il cui stato di coscienza resta per noi un mistero, ma che è e rimane nella pienezza della sua inviolabile dignità di persona. Avete accolto Eluana nella vostra casa ed è entrata nella vostra vita, ricevendo e donando amore. La notizia della recente sentenza della Corte di Cassazione ha riempito di profonda tristezza il mio animo di uomo, di credente e di pastore della Chiesa di Milano. Sino all’ultimo momento ho sperato e pregato che fosse rispettata la vita e la dignità personale di questa giovane donna. Anche ora che la drammatica vicenda della sua esistenza terrena sembra irrimediabilmente consegnata ad una conclusione irragionevole e violenta, rivolgo – sperando contro ogni speranza - la mia supplica a Dio, Signore della vita. A lui chiedo che, secondo i disegni della sua misericordia onnipotente, non lasci mancare un’estrema opportunità di ripensamento a quanti si stanno assumendo la gravissima responsabilità di procurarle la morte, privando dell’acqua e del nutrimento questa Sua amata creatura. La vita umana rimane sempre, in qualunque condizione fisica e morale, il bene fondamentale, prezioso e indisponibile che Dio consegna a ciascuno di noi e del quale noi tutti siamo custodi e servitori responsabili, non padroni. A questa vocazione al servizio e alla cura della vita, soprattutto se debole e fragile, si è ispirata la vostra opera di misericordia a Lecco nella clinica “Beato Luigi Talamoni”. Qui è stata accolta e abita anche Eluana, alla quale avete offerto con gioia e umiltà non solo tutto ciò di cui il suo corpo ha necessità fisiologica, ma ancor più il calore di una presenza quotidiana, affettuosa e discreta, nel rispetto dei sentimenti dei genitori e anche delle loro intenzioni da voi non condivise. Di tutto questo vi sono grato, insieme all’intera Chiesa ambrosiana, che ha seguito e segue con attenta trepidazione la sorte di questa giovane donna e ha pregato e prega per lei in questo momento. Vedo in voi, carissime suore, la sintesi viva ed esemplare di ciò che la Chiesa di Cristo è chiamata anzitutto a compiere - con il suo amore quotidiano concreto e nascosto - a favore di chi è più debole e più solo. In realtà sono molti gli uomini e le donne di buona volontà che - nelle nostre comunità e non solo – vivono questa carità autenticamente cristiana nei confronti di chi soffre. Sono convinto che questo esempio di dedizione e di amore resta - al di là delle facili e continue dichiarazioni di principio - un segno preciso e chiaro nel nostro contesto sociale e culturale, così spesso confuso e condizionato da orientamenti non rispettosi, anzi ostili, alla vita umana. Auguro che il vostro impegno a servizio dei sofferenti sia sostenuto e consolato da una speranza certa: il Signore da sempre abbraccia e immerge nella sua luce di verità e di salvezza la vita di Eluana e delle tante persone che si trovano in condizioni simili. Una luce che le tenebre dell’ingiustizia e della presunzione umana non possono oscurare né sopraffare. Una luce che continua a splendere e ad offrirsi a tutti, anche a coloro che ancora non la accolgono. Mentre vi benedico di cuore, sorelle carissime, e imploro ogni grazia necessaria alla vostra missione di carità e misericordia, confermo a ciascuna di voi la mia vicinanza ed il sostegno paterno alla vostra meritoria opera in favore dei malati e dei sofferenti che richiedono particolari attenzioni e cure. E alla vostra continua preghiera per Eluana, unisco la mia e quella di tante persone che vivono con grande amarezza questi momenti così tragici, ma che non hanno perso la speranza nel Signore della Vita.

Con grato affetto

+ Dionigi card. Tettamanzi, arciv. Milano, 14 novembre 2008

venerdì 14 novembre 2008

Giornata triste

Oggi è un giorno triste, un giorno che merita silenzio, riflessione e, per chi ci crede, soprattutto preghiera. Ieri hanno deciso che Eluana potrà, o meglio, dovrà morire. Personalmente ho preferito non leggere le polemiche che sicuramente avranno seguito questa decisione: le polemiche, giuste, fanno parte di ieri e di domani, non di oggi.

Molti di noi non hanno conosciuto personalmente Eluana, né hanno mai avuto contatti con le persone direttamente coinvolte in questa triste storia, ma come succede per gli attori, gli sportivi o i grandi artisti, la morte entra comunque nella nostra vita; perché lei stessa, la sua triste storia, sono entrati un po' a far parte delle nostre giornate.

E la morte, quando ci tocca, anche se marginalmente, lontamante, di sfuggita, impone sempre silenzio. Nessuno sa cosa senta questa ragazza, se abbia in qualche modo capito cosa le sia successo in questi anni, se dal suo letto sa di aver smosso così tante coscienze. Per questo ho provato a fermarmi e a pensare soltanto al suo dolore, alle sue sofferenze, al silenzio, ora definitivo, a cui è stata condannata. Per alcuni Eluana non vive più da quasi 17 anni, ma non credo che anche loro non provino oggi una punta di tristezza, non credo che davvero si sentano oggi vincitori. Credo che oggi, tutti, nessuno escluso, si sentano sconfitti, provino tristezza e dolore per una vita che si spenge, per un fiore reciso, per una persona che va a morire.

Ho scelto di non fare polemica e spero di non essere sembrato troppo retorico. Ho detto cose che mi sono venute dal cuore, dettate dalla commozione per questa storia, ormai non più mediatica, ma così vicina a noi. Ho sentito diverse persone oggi e so che dedicheranno molte preghiere a lei, spero di aver interpretato il loro sentimento semplice e sincero.

Andrea

martedì 11 novembre 2008

Ma ci stanno prendendo in giro tutti?

Reggetevi forte, sto per avventurarmi in una breve digressione di politica internazionale. Non abbiate paura, non ha nulla di scientifico, nulla di definitivo, è solo una riflessione del tutto personale. E' un tristissimo presentimento.
Non ho seguito troppo le elezioni americane, ma una cosa non poteva passarmi inosservata: un entusiasmo e un sostegno così per un candidato alla presidenza non si erano mai visti. Un acclamazione globale, soprattutto europea ma non solo: gli anni neri post 11 settembre, le guerre in Afghanistan e Irak, i segreti (nemmeno più segreti) scomodi di Bush, la mostruosa metamorfosi e l'ascesa incontrollata del nuovo impero cinese e, non ultima, la crisi economica hanno cambiato radicalmente l'immaginario mondiale. Così in quest'uomo nero si sono concentrate tutte le speranze di un occidente che dopo gli anni delle vacche grasse, adesso ha davvero paura. Lui non ha fatto altro che cavalcare l'onda, ha iniziato a cantare l'epopea della riscossa: "Yes we can".

Io per natura non sono un entusiasta, figuriamoci in politica; per cui ero abbastanza indifferente rispetto al risultato delle elezioni, consapevole che uno valeva l'altro. Obama, McCain, McCain, Obama; invertendo l'ordine dei fattori il risultato non cambia.

Poi ieri ho acceso la televisione e ho visto che i primi provvedimenti saranno su aborto e staminali: aborto pressochè totale e indiscriminato e sperimentazioni a go-go. Non entro nel merito delle questioni (per questo rimando all'articolo sul "Si alla Vita" di novembre e all'articolo di un missionario che pubblico di seguito), voglio parlare in altri termini.

Pensiamoci bene: nel 1989 fu Presidente Bush padre, poi nel 1993 fu la volta di Bill Cinton che governò per due mandati prima di passare la mano a Bush figlio. In 20 anni tre Presidenti di cui due sono padre e figlio; stava poi per toccare alla moglie di Bill, Hillary che per poco non vinceva le primarie democratiche. Ci pensate, 24 o forse 28 anni delle stesse facce. Vi somiglia a qualcosa? Mia nonna risponderebbe (magari mettendoci dentro la Monica Lewinsky): a Beautiful! Quasi. Rimanendo sul politico diciamo che la più grande democrazia del mondo in realtà è un'oligarchia. Lobby, gruppo di potere, establishment, chiamatelo come volete: sono loro che comandano, tutto il resto è noia.

Ma adesso c'è Obama, l'immigrato, il figlio degli schiavi, il selfmade man, il Robin Hood al potere. Finalmente la più grande democrazia ci ha dato un'altra grande lezione di democrazia. Questo è l'immagine che molti noi hanno di lui in questo momento. Ma ci crediamo davvero? Crediamo davvero che sia lui il grande giustiziere? Quello in grado di ripulire i ghetti delle città americane, in grado di fermare le multinazionali e multicriminali lobbies che affamano il Terzo Mondo, che riducono la sua Africa a terra di guerra e di conquista. Siamo sicuri?

Io dico che nella migliore delle ipotesi Obama è l'ennesimo "utile idiota", stavolta ancora più utile ed efficace. Chi lancerà accuse contro di lui sarà sempre tacciato, apertamente o meno, di subdolo razzismo, chi, poi, lancerà accuse di affamare il Terzo mondo e di portare guerra (come il predecessore) sarà addirittura uno stupido o un malfidato. Un Presidente del Terzo Mondo non può non essere terzomondista: Obama deve essere un buon Presidente a prescindere.

Non dico che sarà per forza così, ma io ho proprio paura che Obama sarà un paraocchi per il resto del mondo, il paravento, fatto di buonismo e terzomondismo, dietro il quale gli stessi loschi personaggi faranno gli stessi loschi giochetti di sempre. Sempre più globali, sempre più nascosti; sempre più lupi travestiti da agnelli.

Due precisazioni infine. Non sono affato pro McCain; sia lui, sia Bush, sia Clinton, sia Obama, rappresentano la stessa cosa: un'oligarchia di gruppi, magari anche concorrenti, che si dividono il mondo a fette. In secondo luogo voglio chiarire che in tutto questo il discorso aborto, sperimentazioni ecc... è solo una parte. Avrei detto le stesse cose a prescindere da ciò che Obama intende fare di nascituri embrioni e compagnia bella.

Mi auguro di sbagliarmi, ma per adesso l'unica cosa buona di Obama è che vagamente assomiglia a Felipe Melo, o almeno (direbbe Silvinho) è giovane, bello e abbronzato come lui.

Andrea


Ok, ho detto che non volevo entrare nel merito del discorso aborto, sperimentazioni ecc... Mi permetto però di rimandarvi a una testimonianza autorovole, una voce dal Terzo Mondo al di sopra di ogni sospetto, che parla del pericolo rappresentato dalle politiche abortiste di Obama. Si tratta di padre Mark Tardiff, ordinato sacerdote nel PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) nel 1980, partito nel 1987 per il Giappone, dal 2001 è membro della Direzione generale PIME.

A dire il vero ci sono anche altre voci (parzialmente o totalmente discordanti), le troverete linkate in basso.

- clicca qui per leggere l'articolo di M. Tardiff -

venerdì 7 novembre 2008

Incontro partecipanti di Toscana, Lazio, Umbria, Emilia Romagna a Strasburgo 2008

Domenica prossima si incontreranno a Prato i ragazzi toscani, laziali, umbri ed emiliani, che hanno vinto il Concorso Scolastico 2008 e sono andati appena 2 settimane fa a Strasburgo.

Quando - Domenica 9 novembre

Dove - Oratorio diocesano di Sant'Anna

Programma

ore 12:00 Ritrovo e Messa (privata)
ore 13:15 Pranzo
ore 15:00-17.00 chiacchere e foto: ripensando Strasburgo

 

Conferma entro sabato 8, ore 15

Come raggiungerci

Venendo dalla Stazione centrale passate per Piazza Europa, Viale Vittorio Veneto e Piazza San Marco, quindi entrate in Viale Piave e fatti 200 m sulla sinistra (prima del Castello dell’Imperatore) vedete una piccola chiesa. L’ingresso precedente (sembra di entrare nel cortile di una scuola) è il posto che state cercando!!!

Dall'uscita Prato est. Uscire sulla destra dopo il sottopassaggio e andare dritto (le vie si chiamano via Carlo Marx, Via Arcangeli, poi si entra nelle mura e diventa via Frascati) sempre dritto vi trovate di fronte al Castello dell’Imperatore, girate a destra e sempre sulla destra trovate una piccola chiesa, poco oltre c’è un cancello: siete arrivaticcantoun cercate parcheggio (la domenica è gratuito) siete arrivati!!

Da Lazio e Umbria. All'uscita Firenze nord, dovete prendere per Pisa Nord Autostrada A11, poi dovete uscire a Prato Est.

Da Bologna. Oppure all’altezza di Firenze Nord dovete prendere per Pisa Nord Autostrada A11, quando siete sulla A11 in direzione Pisa Nord dovete uscire a Prato Est.