venerdì 18 maggio 2007

Dopo il Family Day

Noi
ed il loro mondo alla rovescia

Sinceramente ero partito con poche aspettative e con molto disfattismo. Sinceramente credevo che la gente non avrebbe risposto in massa, magari scoraggiata come me dalla poca pubblicità che giornali e televisioni riservavano all'evento. Fortunatamente non è andata così. Forse anch'io sono stato illuso ed ho creduto reale quel mondo immaginario che figurano i mass-media, un mondo di numeri manipolati, lontano dal sentimento della gente, da quell'opinione pubblica che tanto orgogliosamente si fregiano di rappresentare. In quel mondo siamo in netta minoranza. Anzi, diciamo pure che quasi non ci siamo. Fortunatamente in piazza eravamo in tanti e di tutte le età, un popolo di nonni e di bambini, di figli e genitori, tutti fieri di vivere, crescere e realizzarsi alla luce di un valore davvero fondante. Fortunatamente non c'erano bandiere di partito ed ognuno portava la propria esperienza, così diversa ma anche così uguale a quella degli altri. Nonostante questo in molti hanno snobbato quel popolo, in molti lo hanno paragonato ai diecimila di Piazza Navona. Noi non eravamo un popolo contro, eravamo un popolo per la vita e per la famiglia. E mentre noi eravamo lì, stravolti sotto il sole, ma sorridenti e felici, loro con il solito livore e la solita rabbia mal repressa sacramentavano contro Dio, la Chiesa e la Famiglia, e recitavano i loro soliti salmi di menzogne e spropositi. Sabato in piazza San Giovanni c'era davvero tanta gente c'era davvero un mondo fatto di serenità e di affetti, sinceri, fedeli, assoluti. Senza colori e senza partiti, eravamo e siamo uniti molto di più dalle nostre esperienze e dal nostro bellissimo modo di vedere la vita.

Non voglio dire altro, voglio lasciare soltanto alla vostra riflessione due cose che mi sono capitate in questa settimana, dopo il Family Day.
In uno dei servizi che la Rai ha dedicato al Family Day, un giornalista ha chiesto ad una signora anziana che era in piazza San Giovanni: "Signora, lei cosa ne pensa dell'altra manifestazione indetta dai Radicali?". Lei, sorridendo con molto candore, ha risposto: "Mi dispiace che facciano festa per il divorzio; il divorzio è sempre una sconfitta e quando si perde non è giusto fare festa". Ecco: loro festeggiano un dolore, noi una gioia, loro una sconfitta, noi una vittoria, quotidiana, faticosa, ma bellissima.
Un altro spunto di riflessione. Proprio ieri mi è capitato di leggere un'intervista illuminante, che getta, forse definitivamente, luce sul modo disonesto e criminale di fare politica di certe persone. E soprattutto conferma un sospetto che spesso mi passa per la testa: ma ci prendono davvero tutti in giro?! Penso proprio di sì, soprattutto i giornali, soprattutto quelli dell'establishment ("Repubblica", "Corriere della Sera", "Stampa"). Ci danno l'immagine di un'Italia che non esiste, di un'Italia laicista e secolarizzata. Non è così, se ce n'era ancora bisogno, piazza San Giovanni l'ha dimostrato. A parlare è Bernard Nathanson, famoso ginecologo newyorkese ex direttore della più grande clinica abortiva del mondo e fautore dell'introduzione della legge che negli anni settanta ha introdotto l'aborto negli Stati Uniti. Passato sul fronte pro-life è considerato oggi un traditore dai suoi ex compagni. Parlando del suo impegno a favore della legge sull'aborto, dice:

"Nel 1968 il nostro gruppo, la NARAL (National Association for Repeal of Abortion Law), era consapevole di andare incontro ad una sconfitta nel caso di un sondaggio serio ed onesto [altrove Nathanson spiega che secondo sondaggi non ufficiali oltre il 90% di newyorkesi erano contrari all'aborto n.d.r.]. Indicammo così ai mass-media e al pubblico i risultati di un sondaggio fittizio, nel quale secondo noi un 50-60% degli americani era favorevole alla liberalizzazione dell'aborto. La nostra tattica consisteva nell'invenzione di dati, frutto di consultazioni popolari inesistenti [...] Il pubblico mutò opinione e diventò davvero favorevole all'aborto. Vorrei dunque consigliare di essere molto critici e guardinghi di fronte alle informazioni diffuse dalla stampa e dai notiziari della radio e della televisione: purtroppo l'informazione inesatta e tendenziosa rimane per gli abortisti il metodo migliore di propaganda [...] La nostra tattica, per realizzare il nostro scopo, è stata con piccole varianti, quella usata poi in tutto il mondo occidentale [...] Falsificammo i dati sugli aborti clandestini (sapevamo che il loro numero negli Usa si aggirava intorno ai 100.000) dando ripetutamente al pubblico e alla stampa la cifra di 1 milione. Sapevamo che la mortalità annuale negli aborti clandestini era di circa 200-250 donne. Noi invece dicevamo che ogni anno morivano circa 10.000 donne per l'aborto clandestino. Questi dati fittizi influenzarono l'opinione pubblica americana, che si convinse della necessità di cambiare legge"
(il testo integrale dell'intervista è stato pubblicato su "Una voce grida", dicembre 2004 n.32)

Lascio a voi ogni commento...con la raccomandazione di prendere sempre con le molle quel che ci viene propinato da Repubbliche, Corrieri, Stampe, Panorami, Espressi, Porte a Porte, Matrix eccetera eccetera eccetera.

Andrea

6 commenti:

Anonimo ha detto...

bell'articolo! complimenti! condivido!
lore

MPV toscana giovani ha detto...

Da te mi aspettavo un apprezzamento. Il problema sarà quando lo leggeranno la Bonino o Marco Cappato. Chissà se si sentono davvero un po' criminali?

Anonimo ha detto...

ancora una volta dici quello che penso meglio di come l'avrei espresso io...nonostante la non pubblicità, il non voler parlare o il non schierarsi al riguardo che purtroppo caratterizzano la nostra società eravamo e siamo in molti a credere in valori così innegabilmente fondamentali ma stranamente sempre messi in dubbio...

Anonimo ha detto...

C'ero anch'io!!!!La cosa meravigliosa è stata vedere cosi tanta gente riunita per riaffermare valori che la società odierna non mette in evidenza...è stato uno stimolo ad andare avanti nella vita di tutti i giorni manifestando le tue idee con persone che molto spesso la pensano cosi diversamente da te p.s.complimenti per cio che dici e come lo dici ciao

MPV toscana giovani ha detto...

Ho appena letto un libro davvero molto significativo: A. Socci "Il genocidio censurato". Parla proprio di questa mistificazione della verità, se avete occasione leggetelo, merita.

Anonimo ha detto...

Concordo con lore!è veramente un bell'articolo...che dire di più?
Ciò che mi ha colpito maggiormente è la tua forza e la voglia di difendere ciò in cui credi!Complimenti, non è da tutti!