giovedì 22 gennaio 2009

Libertà di coscienza ma divieto di obiezione

Aggiornamento

Video di Repubblica TV (clicca per vedere)

Aggiungo un video di Repubblica Tv in cui parla la Bresso degli argomenti che tratto nel post.

A parte la solita solfa del giornalista che definisce l'intervento di Poletto "a piedi giunti"; leggetelo a fondo post, poi mi fate sapere se era più a piedi giunti il suo o l'"ayatollah" con cui la Bresso lo ha bollato.

Riporto una frase della Bresso davvero rivelatrice delle loro intenzioni: "Lo Stato oggi può decidere che dobbiamo tenere a tutti costi in vita, domani potrebbe decidere che non teniamo più in vita per esempio le persone malate. Il punto è il diritto: il diritto deve valere sempre" (minuto 3.05-3.20). Giù la maschera: eutanasia di stato per le persone malate e chi non è d'accordo esegua lo stesso, altrimenti è fuori legge. Bel modo di trattare le persone malate, bel modo di concepire l'obiezione di coscienza.

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Proviamo a dare una definizione di "divieto di obiezione". Facciamolo con parole povere: fai quello che ti dico e stattene zitto.

Ma partiamo dall'inizio. Il giorno 20 gennaio la presidentessa della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, si dichiara disponibile ad accogliere Eluana nelle strutture pubbliche della regione per dare definitivamente esecuzione alla tanto invocata sentenza (corriere.it).

Oggi il Cardinal Poletto (Torino), in un'intervista invita i cattolici e tutti quanti ritengono la sentenza di morte ingiusta, a fare legittima obiezione di coscienza (a fondo pagina l'intervista).

Dopo poco arriva la replica della Bresso in una trasmissione radiofonica di Radio 24. Pronuncia parole che sembrano comprensive e lo sono: "Non entro in merito alle dichiarazioni del cardinal Poletto che invita i medici cattolici all'obiezione di coscienza - ha aggiunto la Bresso - perché sono valutazioni religiose. Ma dico che l'obiezione di coscienza, che nel nostro Paese è consentita solo per l'interruzione di gravidanza, evidentemente sarebbe rispettata anche in un caso del genere. Nessuno può essere obbligato a fare qualcosa se ritiene di non poterlo fare". Per gentile concessione, dunque, chi venisse invitato a togliere l'alimentazione di Eluana, può rifiutarsi di farlo, nessuno lo costringe, ci mancherebbe, verrebbe da dire.

Ma anche la Bresso non risparmia la sua stilettata ideologica: "Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile" (repubblica.it).

Sono una persona molto tollerante e democratica, non credo di aver mai offeso o aggredito verbalmente nessuno perché la pensava diversamente da me. Oggi, però, mi prendo la libertà di dire che tutti questi rigurgiti ideologici, queste piccole, maligne e quotidiane offese al senso di giustizia e democrazia di tanti che come me credono nella vita di questa ragazza e allo stesso tempo nella laicità dello Stato come nel valore pubblico della religione, mi hanno davvero schifato, sì, mi fanno schifo. Continuo ad essere disposto a dialogare con chiunque, ma pretendo rispetto.

Ieri oscurantisti medievali, sadici retrogradi, insensibili ipocriti, disumani censori, impietosi carnefici. Oggi strenui ammiratori e propugnatori della repubblica degli Ayatollah. Domani, chissà magari ci andrà meglio, e saremo solo un mucchio di stronzi che credono in un dio che non c'è e del quale nemmeno c'è bisogno.

Bene, vediamo chi sono questi Ayatollah, cosa hanno fatto e fanno. Rapporto annuale 2008 di Amnesty International sulla situazione dei diritti in Iran: mi limito all'introduzione "Le autorità hanno continuato a reprimere il dissenso. Giornalisti, scrittori, accademici e attivisti per i diritti delle donne e delle comunità sono stati oggetto di arresti arbitrari, divieti di viaggio, chiusura delle loro ONG e vessazioni. È proseguita l'opposizione armata, principalmente da parte di gruppi curdi e baluci, così come la repressione di Stato delle comunità minoritarie dell'Iran. La discriminazione nei confronti delle donne è rimasta radicata per legge e per prassi. Nelle carceri e nei centri di detenzione tortura e altri maltrattamenti sono risultati diffusi. Un giro di vite in nome della sicurezza annunciato ad aprile è stato segnato da un'impennata delle esecuzioni; almeno 335 persone sono state messe a morte, compresi sette minorenni all'epoca del reato. È proseguita l'imposizione e l'esecuzione di condanne a morte per lapidazione, così come all'amputazione e alla fustigazione" (amnesty.it).

Io non ammiro niente di tutto questo, non voglio niente di tutto questo, non sento predicare niente di tutto questo nella Chiese che frequento e non ha detto niente di tutto questo il Cardinal Poletto. La Repubblica degli Ayatollah è un'altra, è quella in cui "non c'è divieto di obiezione", in cui si fa quel che vogliono loro e si deve pure stare zitti. Forse la Repubblica degli Ayatollah è la loro, dov'è chiusa ogni strada al dialogo e sono spalancati i vomitoria di calunnie, falsità e denigrazione, dove si respira ogni santo giorno il clima teso dell' APARTHEID IDEOLOGICA. Non la pensi come me, ti permetti di fare obiezione di coscienza, sei un nemico della Repubblica. Non è bello questo laicismo da Ayatollah.

Prima di concludere una precisazione: non voglio attaccare nessuno in particolare, nè la Bresso, nè tutti quelli che la pensano come lei, voglio solo denunciare il clima pesante che si è venuto a creare, un clima lontano da ogni dialogo, lontano dalla comprensione delle ragioni dell'altro, un clima fatto di giudizi e pregiudizi sommari. Questa apartheid ideologica fa davvero molto schifo, spero lo faccia a tutti, non solo a quelli che la pensano come me.

Concludo pubblicando l'intervista al Cardinal Poletto, il cui livello di democrazia, tolleranza e buon senso lascio giudicare a voi. Per testimoniare, invece, il clima che si è creato mi permetto di aggiungere (random) qualcuno dei commenti fatti dagli utenti di Repubblica.it: quelli si che sono davvero degni di un Ayatollah.

Andrea









Il cardinale di Torino ai medici: "Fate obiezione su Eluana"

di PAOLO GRISERI (repubblica.it)

TORINO - C'è la legge dell'uomo e c'è la legge di Dio. Se entrano in contrasto è perché la legge dell'uomo è una cattiva legge per l'uomo. Dunque, è diritto dei cittadini obiettare. Così il cardinale di Torino, Severino Poletto, spiega la sua posizione sul caso Eluana. E aggiunge: "Per queste ragioni i medici cattolici che si trovassero a lavorare nell'ospedale dove si intende interrompere l'alimentazione di una persona, dovrebbero obiettare e rifiutarsi di farlo".

Cardinale Poletto, per quale motivo un medico cattolico non dovrebbe rispettare la scelta di una persona, in questo caso di Eluana Englaro?

"Perché quella scelta va contro i principi morali della chiesa".

La chiesa è favorevole all'accanimento terapeutico?

"La chiesa è contraria all'accanimento terapeutico. Ma qui non siamo in un caso di accanimento. Qui dobbiamo decidere se continuare ad alimentare una persona o lasciarla morire di fame. Lasciare morire di fame qualcuno che è ridotto a uno stato vegetativo è eutanasia e la chiesa è contraria all'eutanasia come a ogni forma di negazione della vita".

La chiesa è contraria ma lo Stato italiano dice che bisogna rispettare la volontà del padre di Eluana. Quale legge deve prevalere? Quella dello Stato o quella della religione?

"La legge di Dio non può mai essere contro l'uomo. La legge di Dio è sempre per l'uomo. Andare contro la legge di Dio significa andare contro l'uomo. Dunque, se le due leggi entrano in contrasto è perché la legge dell'uomo non è una buona legge e si rivelerà tale dai suoi frutti".

Quindi, nell'alternativa, un cattolico deve disobbedire alla legge dell'uomo?

"Un cattolico rispetta le leggi e rispetta la sua coscienza. Per questo esiste la possibilità di fare obiezione quando l'applicazione di una legge contrasta con i propri convincimenti profondi".

In questo modo però i cattolici rischiano di avere una legislazione parallela, dettata dalla coscienza e in contrasto con la legge italiana. Non è una contraddizione?

"Questo non è un problema che riguarda solo i cattolici. Anche per molti non credenti è stato così. Si ricorda quando c'era la leva obbligatoria e molti ragazzi facevano obiezione perché non accettavano di impugnare le armi? Non tutti erano cattolici, anzi. Allora la chiesa non si schierava neppure contro il servizio militare ma ammetteva che ci potessero essere persone, credenti e non credenti, che per ragioni di coscienza non accettavano di mettersi una divisa e imbracciare un fucile".

Oggi però sono i cattolici a invocare più spesso il diritto di obiezione. C'è un limite a questa tendenza?

"Il limite è la coscienza. Non può che essere così. Ma nessuna legge umana può andare contro le coscienze costringendoci a commettere atti che sono in grave contrasto con i nostri convincimenti più profondi. Questo vale per il medico chiamato a praticare un aborto ma anche per chi fosse costretto a staccare il sondino di Eluana o per il farmacista che si rifiuta di vendere una certa pillola".

Quel farmacista non lede il diritto di un'altra persona interrompendo un servizio?

"Vorrà dire che chi vuole quella pillola si rivolgerà ad altri, non certo a lui".

Cardinale Poletto, nella sua esperienza di sacerdote avrà incontrato diverse situazioni nelle quali il dolore e la sofferenza sono grandi. Come si può giudicare il padre di Eluana?

"Io non giudico, solo Dio giudica. Sono anzi vicino al dolore di quel padre come a quello di tutte le famiglie che vivono situazioni drammatiche. Mi viene in mente il caso di una famiglia di Asti con una figlia che da dieci anni vive in stato vegetativo ed è alimentata in casa con un sondino. Sono situazioni molto difficili, prove dure nelle quali di tutto c'è bisogno meno che diventare lo strumento di una battaglia ideologica. Al padre di Eluana dico di continuare ad affidarsi alle religiose che da tanti anni si sono prese cura di sua figlia con amore e dedizione. E prego per lui perché la sua sofferenza è grande".

Commenti

Ho l'impressione che invitare i cittadini a disobbedire alle leggi sia reato. Detto questo, è facile notare come quelle parole siano tipiche degli Ayatollah di Teheran. Perchè il Vaticano e tutta la sarabanda che c'è dietro non si trasferisce in Iran o Arabia Saudità? Tanto qui nessuno si beve le loro favole.

Ad onta dei messaggi ed omelie domenicali, dove i termini "dialogo", "democrazia", "libertà" si sprecano, tanto da illudere il volgo "moderno" circa l'accettazione da parte della gerarchia di tali principi (a suo tempo peraltro condannati da Pio IX: "Il Sillabo"), le dichiarazioni di Poletti dimostrano l'indeffettibile sostrato teocratico, cioè integralista, su cui poggia l'edificio dottrinale della Chiesa: alla fin fine siamo sempre al papa-re, in barba al carattere laico degli Stati. Da qui, credo, la non sostanziale differenza con l'impianto teorico ( impossibile da attuarsi nella prassi, avendo l'Occidente ereditato la Rivoluzione francese) dell'attuale islamismo, nei cui confronti del resto traspare una malcelata invidia, non foss'altro che per la sua capacità di espansione, oltrechè di dominio assoluto delle coscienze e dei comportamenti umani.

Trovo inopportuna l'intromissione della Chiesa Cattolica perché, oltre a dimostrare scarsa pietas nei confronti di Eluana e della sua famiglia, incita all'obiezione di coscienza "pubblici lavoratori". Capisco che alcuni medici possano rispondere a questo richiamo, ma, non rispettando le leggi laiche di uno Stato laico, vengono meno al loro contratto di lavoro, per cui, secondo me, potrebbero essere soggetti a licenziamento. Nel momento in cui ciascuno, superando un concorso pubblico, entra a far parte di una struttura pubblica, ne dovrà accettare leggi e regolamenti, al di là di qualsiasi obiezione di coscienza.

martedì 20 gennaio 2009

GIORNATA PER LA VITA 2009. Temi interessanti e soprattutto grandi ospiti.

Carissimi,

siamo giunti ad un appuntamento fondamentale per il Movimento per la Vita: domenica 1 febbraio 2009 si celebra la Giornata per la Vita. Il Movimento fiorentino ha organizzato per la mattina di sabato 31 gennaio un incontro a cui noi giovani siamo stati invitati a partecipare attivamente, offrendo il nostro piccolo contributo. Saranno infatti presenti ospiti importanti e molti giovani provenienti da scuole toscane.

Per prepararsi bene a questo momento, per discutere dei programmi futuri, degli appuntamenti regionali e nazionali e soprattutto per incontrare il nostro responsabile nazionale Leo Pergamo, ci diamo appuntamento a VENERDI' 30 GENNAIO, ORE 21 in SAN REMIGIO.

E da un po' di tempo che non ci vediamo e gli argomenti sono tanti...vi aspettiamo numerosi!

Andrea & Co.

immagine giornatavita31^ Giornata per la Vita

I giovani tra amore e violenza: il ruolo dei media e della scuola

SABATO 31 GENNAIO - 9,30 Convitto la Calza

 

9,30 - Interventi introduttivi di DON VASCO GIULIANI (Centro Diocesano Famiglia) e ANGELO PASSALEVA (Presidente MpV Firenze)

9,45 - Interventi degli ospiti:

CESARE PRANDELLI: (Allenatore della Fiorentina) parlerà dell'esempio importante che può dare ai giovani il mondo del calcio.

PANTALEONE PERGAMO: (Responsabile Giovani MpV) parlerà della risposta d'amore che si può dare alla violenza e alla criminalità.

DON FORTUNATO DI NOTO: (Fondatore Associazione Mater) parlerà della difesa dei più piccoli e dei più deboli.

ASSOCIAZIONE NUOVI ORIZZONTI: testimonierà il suo impegno per i bisognosi e gli emarginati della società.

ALESSANDRO D'AVENIA: (Insegnante di lettere e religione) parlerà dell'impatto dei media sui giovani.

Coordinatrice dell'incontro: LORENA BIANCHETTI (conduttrice Rai)

 

Informazioni

Centro diocesano famiglia - 055 2710731, 3386069698

MpV Firenze - 055 268247, movitafior@interfree.it, mpvtoscanagiovani@gmail.com

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martedì 13 gennaio 2009

Due paramedici decidono che una persona non è degna di vivere

Agghiacciante fatto accaduto in Gran Bretagna, dove due paramedici hanno lasciato morire un disabile, perchè giudicato indegno di vivere. Queste sono le conseguenze di quella cultura della morte spesso presentata come ''progresso''.

Andrea Sartori (Insegnante) da www.protagonistiec.it

Qualcuno ha sentito parlare di Barry Baker? Era una persona che qualcuno ha giudicato essere un ''uomo di serie B''. Infatti Mister Baker è stato il protagonista di una vicenda che dimostra quali siano le conseguenze di tutto questo battage attorno al ''diritto di morire'': Baker era un invalido inglese che due paramedici non hanno soccorso perchè, a loro giudizio, ''la sua vita non era degna di essere vissuta''.
Ripercorriamo questa asurda vicenda, accaduta lo scorso 29 novembre a Brighton, nella Contea dell' East Sussex,quando due paramedici, di 35 e 44 anni, hanno raccolto l'allarme del signor Barry Baker, un invalido di 59 anni. I due si sono precipitati nell'abitazione dell'uomo, e, dopo aver visto che si trattava di un invalido che a stento si muoveva con le stampelle, che viveva da solo e che la sua casa era in eccessivo disordine, ne hanno tratto la conclusione che la vita del povero Barry era troppo brutta per essere degna di essere vissuta, e allora hanno deciso di non soccorrere l'uomo e di non rianimarlo.
I due si sono quindi accordati per dichiarare che l'uomo era già morto al loro arrivo, ma il telefono con il quale Barry Baker aveva dato l'allarme era rimasto aperto e ha registrato la conversazione. La registrazione è stata utilizzata come prova dalla polizia del Sussex, e i due paramedici sono finiti in manette il 5 dicembre, circa una settimana dopo la morte di Baker. La notizia è stata riportata in un articolo che sul sito ''Telegraph.co.uk'' mette come data quella dello scorso 31 dicembre, anche se il fatto risale a un mese prima.
Cosa dire? Giustamente i due paramedici sono finiti in manette, però dobbiamo anche aggiungere che il fatto che due persone che hanno scelto come tipo di lavoro quello di salvare la vita al prossimo decidano di non rianimare un invalido in quanto la sua vita non sarebbe degna di essere vissuta pare il segno di una mentalità che purtroppo si sta diffondendo: la mentalità del pensare di lasciare morire delle persone coprendo il tutto con una maschera ipocrita di pseudocarità. Una rupe spartana mascherata da opera buona. Questa è una delle più pericolose avanguardie della cultura della morte.
Non è passato molto tempo da quando è stato trasmesso su ''Sky Real Lives'' rete satellitare britannica, un documentario intitolato ''Right to die?'' che ha scatenato molte polemiche nel Regno Unito. In esso si mostrava il suicidio assistito, avvenuto in Svizzera, di Craig Ewert, malato di Sla. Ora molti diranno che solo un oscurantista potrebbe collegare i due fatti, vale a dire la trasmissione sul suicidio assistito mandata in onda da Sky e il mancato soccorso di Barry Baker. Però il fatto è che se si continua a pubblicizzare il ''diritto alla morte'' di persone che vengono ritenute indegne di vivere, arriverà ad affermarsi una mentalità di stampo eugenetico per cui alcune persone, gravemente invalide, verranno giudicate indegne di vivere. Baker, che pure era gravemente invalido, che era solo, non aveva certo nessuna voglia di morire, ma due ''soccorritori'' che lui aveva chiamato perchè si era sentito male avevano giudicato la sua vita troppo brutta per essere degna di essere vissuta.
Quindi quando si parla di ''diritto alla morte'' come se ne sente parlare di questi tempi, anche a proposito di Eluana, pensiamo quali potrebbero essere le conseguenze di questo tipo di mentalità. Un'eugentica finto pietosa, che però si arroga il diritto di giudicare indegni di vita le persone più o meno gravemente invalide. Moltissimi invalidi gravi, anche non credenti, giudicano la vita degna di essere vissuta (e l'esempio più eclatante viene ancora dalla Gran Bretagna nella persona dell'astrofisico non credente Stephen Hawking, malato di una forma gravissima di Sla che tuttavia ritiene la vita degna di essere vissuta) e questo dovrebbe farci riflettere. Anche Barry Baker, invalido grave, solo, e ''con la casa in disordine'' riteneva che la sua vita, per quanto non fortunata, fosse degna di essere vissuta. Qualcun altro, fortunatamente punito, si è arrogato di ritenere il contrario. Chi ha orecchie intenda il pericolo che si annida nelle battaglie che reclamizzano la morte e non la vita.

 

Servizio di TimesOnline

Cronaca di Telegraph e Repubblica

venerdì 9 gennaio 2009

V Marcia internazionale per la Vita a Parigi

Mi scuso con tutti voi e soprattutto con Elisabetta, ma non ho visto la prima mail, ma soltanto quella di ieri...per cui i tempi sono quantomai stretti!!! Perdono!

 

manifestoSabato 24 gennaio 2009

Veglia di preghiera serale presso la chiesa di Saint François Xavier place du Président Mithouard Paris 7ème

Domenica 25 gennaio 2009  h. 14,30

Partenza da Place de la République

con tutti i Movimenti per la Vita europei

www.30anscasuffit.com - www.enmarchepourlavie.info

 

Iscrizioni

Sotto trovate la scheda di iscrizione da compilare il prima possibile e di inviare a: lisa.pittino@tele2.it o tramite fax 030314584

Per informazioni rivolgersi a Elisabetta Pittino lisa.pittino@tele2.it oppure mpvtoscanagiovani@gmail.com

Pernottamento

Per il pernottamento siamo liberi.

Strutture consigliate (I primi due sono ostelli, il terzo è un albergo a prezzo contenuto, gli altri sono hotel a 2/3 stelle):

1.Auberge Internationale des Jeunes (AIJ)  http://www.aijparis.com/

10 rue Trousseau - 75011 PARIS - FRANCE (zona centro)

Tel : +33 - 01.47.00.62.00 Fax : +33 - 01.47.00.33.16

Métro : LEDRU ROLLIN (Ligne 8)sulla linea n°8 BALLARD CRETEIL

N.B: la maggior parte dei ragazzi vanno presso quest’ostello

2. Fiap ostelli (zona Mont Martre/Sacro Cuore) www.fiap.asso.fr, 0033 1 43131717

E' una struttura piuttosto capiente ( oltre 400 posti letto in stanze che contengono da uno a sei letti). Le camere sono un pò spartane ma i prezzi sono davvero contenuti. Il quartiere( 14 arr.)mi è sembrato piuttosto tranquillo e ben collegata al centro città sia da bus che da metro.

3. Hôtel Formule 1 (hôtel très bon marché): limite sud de Paris, 6 ou 7  km da Place de la République - Hôtel Formule 1 Porte de Châtillon 21, 23 avenue de la Porte de Châtillon- 75 014 Paris 14ème - Téléphone 33 (0)8 91 70 52 29

Métro le plus proche : Porte d'Orléans

Personne à contacter : Jean Marc directeur adjoint

4. Hotel Ibis Paris La Villette

31-35, quai de l'Oise - 75019 - PARIS - FRANCE

Tel : (+33)1/40380404 Fax : (+33)1/40385801 Prenotazioni telefoniche : (+33)1/40385800

Direttore dell'hotel : Mr Matthieu PERRIN

5. Altri hotel Ibis sempre a Parigi (vedere su internet)

 

scheda

  scarica la

  SCHEDA DI ISCRIZIONE

mercoledì 7 gennaio 2009

Veglia per Eluana a Siena

Il Centro Aiuto alla Vita, l’Associazione Scienza e Vita di Siena, l’Ordine Francescano Secolare e la Gioventù Francescana di Siena organizzano per sabato 10 gennaio 2009 alle ore 21,15 una veglia di riflessione e preghiera per Eluana Englaro, la giovane condannata da una iniqua sentenza alla morte per fame e sete. La veglia si terrà presso la chiesa della parrocchia di Maria Santissima Immacolata a Poggio al Vento, in Strada dei Cappuccini a Siena, e sarà introdotta da una riflessione dell’Arcivescovo di Siena monsignor Antonio Buoncristiani.

sabato 3 gennaio 2009

Malata di tumore scrive a Napolitano: "Aiutatemi o fatemi morire"

Pubblico la parziale trascrizione fatta da www.abruzzoblog.com dell'intervista rilasciata dalla Signora Angela S., 58 anni di Castel di Sangro, alla web tv locale Abruzzolive (www.abruzzolive.tv).

"Sono malata di tumore, non so come tirare avanti. Sono una cittadina italiana: le istituzioni mi restituiscano dignità e diritti e mi diano la possibilita' di curarmi. Per questo mi rivolgo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Altrimenti mi aiutino a trovare una 'morte dolce', con l'eutanasia, anche all'estero, perche' non si puo' morire ogni giorno, di stenti e nella dignità". E' l'appello disperato di Angela S. sulla web tv abruzzolive.tv. La donna, 58 anni, di Castel di Sangro, in un'intervista alla web tv parla della propria malattia - scoperta nei mesi scorsi e per la quale si è operata e sottoposta a chemioterapia - e dei 250 euro al mese con i quali è costretta a vivere.
"100 li mando a mia figlia - dice - che sta studiando all'università, quel che rimane mi deve bastare. Dopo l'aggravamento ho chiesto alla Asl l'indennita' di accompagnamento perche' debbo pagare una persona per l'assistenza, ma mi e' stato negato e fino ad oggi non conosco le ragioni di questa decisione. Non so come continuare, perciò chiedo l'eutanasia. Tutto e' meglio dell'abbandono". "Lei è cattolica?", chiede il cronista. "Sì, sono cattolica convinta". "E allora come puo' chiedere l'eutanasia?".
"Si può - risponde Angela Scalzitti - E' facile se sei costretta a chiedere l'elemosina per vivere, se sei costretta a morire di freddo e di fame, a dire a tua figlia di non tornare a casa perche' non hai da darle da mangiare". Quindi l'appello al presidente Napolitano. "I Natali - conclude la donna - sono banali, ingiusti. Il Natale lo dovrebbero fare tutti, ma non mangiando, bevendo e urlando per strada, bensì stando vicino a quanti hanno bisogno. E le istituzioni facciano il loro dovere".

 

Il caso sembra abbastanza scandaloso, e sembra ancora una volta chiamare in causa uno Stato debolissimo. Lo Stato è debole ovunque, nella lotta alla criminalità come in quella alla corruzione, ma è soprattutto in casi come questi che si misurano sulla pelle delle gente la sorprendente inefficienza, la malfidata burocrazia, il disinteresse totale delle amministrazioni (dal massimo al minimo grado).

Ma non voglio fare troppa retorica, forse mancano ancora troppe informazioni in questa storia per tracciare un giudizio definitivo su fatti e persone. Queste poche righe sono dunque solo frutto di impressioni (forse più che fondate?), dunque, per adesso è meglio sospendere il giudizio.

Una cosa la possiamo però prendere per certa, è la sincerità delle parole della signora, che ci richiamano ad una verità assoluta, quasi sempre colpevolmente ignorata: spesso chi chiede di morire lo fa per la profonda solitudine. E' la solitudine, l'indigenza, la mancanza di sostegno economico e morale che uccidono lentamente queste persone, ancora prima della malattia, ancora prima del pensiero comprensibilissimo di farla finita. Sono i sani che uccidono i malati, stampiamocelo bene in mente: la nostra indifferenza, il nostro rifiuto di com-patire, di portare anche solo un millesimo del loro peso. E' il nostro benessere a tutti i costi, il nostro rifiuto del dolore, la nostra ideologia della Salute, la nostra religione della Perfezione fisica.

Ma c'è chi questo lo ignora, c'è chi pensa che questa storia non serva per guardarci dentro, non sia l'occasione per capire finalmente che quelli che chiamiamo i mali della società, dello Stato, del fantomatico sistema paese, sono in verità i nostri mali. C'è chi pensa che questa sia una delle tante storie da cavalcare, uno dei tanti fiumi da far sfociare nel mare magnum dell'ideologia, della propaganda, della verità relativa e multiuso.

Leggetevi Repubblica.it, che dopo un'onesta cronaca della vicenda (link), ci rifila l'ennesimo santino di Santa Ideologia made in Miriam Mafai (link), poco dopo l'ennesima dimostrazione pratica che non esiste altra soluzione che la panacea del duemila, quella benedetta eutansia, che eliminerebbe non pochi problemi (link). Scusi signora Angela è colpa nostra, siamo così insensibili che non vogliamo ucciderla. Si perchè la vera questione non è aiutare la signora a curarsi e a vivere dignitosamente, il vero problema è farla fuori. E' sacrosanto: nel 2009 non vogliamo più vedere storie come queste. Basta poco per eliminarle: ridurre i protagonisti alla disperazione totale, finchè, persa ogni speranza, chiedono di morire.

La signora chiede assistenza, cura, sostegno? Macchè, meglio una soluzione definitiva e senza impegno: eutanasia! ...e aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto della grande consolatrice...la grande consolatrice...

Carissima mia Repubblica, se il buon giorno si vede dal mattino...Buon Anno!

Andrea

 

Questo è il servizio del Tg di La7.

Il video dell'intervista completa lo trovate su www.abruzzolive.tv Sezione Cronaca - Video datato 31 dic 2008.

venerdì 2 gennaio 2009

Tanti auguri di Buon Anno!

Ripensando a quello che abbiamo fatto quest'anno, non posso dimenticare l'incontro di Firenze dello scorso marzo che ha visto la partecipazione di oltre 300 giovani dalla Toscana e da tutta Italia, e la presenza di importanti ospiti che hanno pronunciato parole significative. Ma non è questo che deve renderci felici, è una cosa che probabilmente appartiene al passato, e anche se allora è nato qualcosa di importante per molti di noi, di essa resteranno foto, ricordi, appunti. Dobbiamo essere felici per quello che faticosamete facciamo ogni giorno, felici per i princìpi e i valori ai quali con speranza e sofferenza cerchiamo quotidianamente di far aderire la nostra vita. L'incontro di Firenze è stata solo una tappa lungo questo percorso.

Non la voglio fare tanto lunga, ma è importante sottolineare questo: il nostro impegno per la vita non si misura con la quantità dei soldi raccolti, contando le persone che hanno partecipato ai nostri incontri oppure soppesando vittorie e sconfitte "politiche". Tutto questo conta fino ad un certo punto. Oggi e sempre conterà quanto siamo stati e saremo segni, testimoni, annunciatori dei nostri valori nel nostro quotidiano. L'augurio dunque che mi sento di fare a tutti voi è proprio questo: siate testimoni di quello in cui credete.

Auguri di Buon Anno!

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A questo proposito mi fa piacere pubblicare un pensiero che un ragazzo, Lorenzo, ci ha mandato per questo Natale. Tutti sappiamo che il nostro movimento è laico, perchè laico e universale è il valore stesso della vita, ma non per questo ciascuno deve rinunciare al contributo fondamentale della fede. Per questo pubblico volentieri questa riflessione, interessante anche per chi non crede.

Anche Giuseppe che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla citta di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme a Maria sua sposa, che era incinta. Ora mentre si trovava in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto... “. Con queste parole l'Evangelista Luca descrive la nascita di Gesù. Fa riflettere sia i credenti che i non credenti il grande amore di Dio, che ha voluto mandare il suo Figlio nel mondo facendolo nascere bambino, in una famiglia fondata sull'amore sponsale tra Maria e Giuseppe. Quest'anno durante i mesi estivi sono stato in pellegrinaggio in Terra Santa, e a Betlemme un vecchio frate francescano, disse una frase che mi ha molto colpito: “ Natale è tutti i giorni in cui nasce un bambino, solo che nell'occidente ricco si preferisce festeggiare il giorno della strage degli innocenti”. Il luogo in cui era stata pronunciata ovviamente la rendeva ancor piu amara e triste. Per questo motivo voglio provare a fare un esperimento paradossale, eliminando ogni aspetto dolce e romantico del Natale, la luce di Gesù bambino che splende nei nostri presepi, e pensando alla nascita di Gesù oggi, nel 2008. Gesù Bambino troverebbe la stessa gioia dei pastori di 2008 anni fa? Nessuno sicuramente si scandalizzerebbe se Giuseppe lasciasse Maria, dopo avere saputo che era in stato interessante, nessuno protesterebbe se Maria non volesse portare a compimento la gravidanza (in fondo è un suo diritto interromperla), infine, magari, Maria e Giuseppe potevano anche evitare di sposarsi, tanto basta la convivenza! Natale è la festa in cui si celebra la vita e l'ambiente dove si sviluppa e cresce: la famiglia “cellula fondamentale della società “ come recita la Costituzione della Repubblica Italiana. Ma tutto questo viene continuamente minacciato e colpito in una società che non vuole e non riesce a difendere la sacralità della vita. Alla radice di tutto questo si trova l'affermazione di due concetti: la relativizzazione di tutti i valori della società, che si riducono a pure convizioni individuali, e l'affermazione che la vita non è un valore disponibile, ma è soggetta al volere dell'uomo e come tale, può essere trattata come una cosa qualsiasi. Non servono molte altre spiegazioni per descrivere il trionfo dell'individualismo e del relativismo, al quale purtroppo stiamo assistendo. L'augurio più bello che sento di fare a tutti, per questo tempo di Natale, è dunque quello di riscoprire l'autenticità di questa festa. Cristo scende sulla terra per incontrare l'uomo e da quest'incontro nasce la fede dei cristiani. Un incontro che nella vita di ciascuno ha un carattere personale, ma la cui forza non può rimanere un fatto privato: i suoi frutti devono manifestarsi pubblicamente, aprirsi al mondo e produrre altri frutti. Per questo è difficile comprendere tanti di noi che a proposito di aborto, eutanasia e tanto altro, pronunciano la fatidica frase “io non lo farei, ma non me la sento di proibirlo”. Se Cristo è Via, Verità e Vita, e davvero lo crediamo, che senso hanno certe professioni di cauto relativismo, di ambiguo individualismo? Se crediamo nei valori della vita e della famiglia, professiamoli, e non riduciamo la fede ad un fatto solamente privato.Il senso del Natale per me è anche questo: Cristo scende sulla terra e lo fa per tutti, indistintamente, anche per chi non crede, e chiede ha chi lo ha già incontrato di annunciarlo a tutti. Non è contemplata la possibilità “io ci credo, ma tu credi in quello che vuoi”; il dovere è quello di annunciare, senza costringere ovviamente, ognuno faccia poi liberamente le sue scelte. Auguri.