sabato 8 marzo 2008

Chi si batte per la pace non può essere contro la vita

di Luca Marcolivio

FIRENZE, martedì, 4 marzo 2008 (ZENIT.org).- Si è tenuto lo scorso fine settimana a Firenze il "Life Happening", incontro nazionale dei giovani del Movimento per la Vita.

L'incontro, svoltosi presso l'auditorium del Convitto della Calza, ha avuto la finalità di far incontrare i ragazzi attivi nelle diverse realtà associative del MpV e dei Centri Aiuto alla Vita, presenti in tutta Italia, in concomitanza con il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, nell'ambito dei quali il diritto fondante è quello alla vita.
La tavola rotonda ha visto intervenire personalità del mondo istituzionale e del volontariato ecclesiastico e laico, a cominciare dal presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi.
"Mi voglio augurare - ha detto rivolgendosi ai giovani del MpV - che il vostro entusiasmo possa cambiare il mondo: per citare Santa Caterina da Siena, ‘se siete quello che dovrete essere, manderete a fuoco tutto il mondo'".
"La scelta di Firenze per il nostro incontro non è casuale - ha affermato il presidente nazionale dei giovani MpV, Leo Pergamo -. Proprio in questa città nacque il primo CAV, Centro di Aiuto alla Vita. È importante che siano principalmente i giovani a confrontarsi su questo tema, essendo loro non già il futuro ma il presente di questa società".
"Dobbiamo rispondere - ha proseguito Pergamo - alle antiche e nuove ideologie e prassi contro la vita. In tal senso il MpV permette di comprendere con la ragione ciò che il cuore già accetta".
"In questi primi trent'anni di attività abbiamo contribuito a far nascere oltre 100mila bambini"; "ormai la nostra non è più una scelta tra il bene e il male ma tra il bene e il meglio", ha aggiunto.
Il fondatore e presidente nazionale del MpV, Carlo Casini, ha ricordato le origini del movimento, le battaglie, i successi e le prospettive future. "Penso a quante volte Papa Giovanni Paolo II ci espresse la sua gratitudine, all'appoggio di Madre Teresa di Calcutta, presente a molti nostri meeting", ha detto.
"In realtà il Movimento per la Vita non è mai nato come ‘progetto' ma come ‘fatto', dinnanzi alla drammatica realtà dell'aborto che, in quel 1975, era ancora clandestino - ha precisato -. Mi trovai ad indagare su quella piaga, in qualità di procuratore della Repubblica di Firenze".
"In quelle circostanze - ha proseguito - da un lato toccai con mano la solitudine e la disperazione delle donne che, spesso per paure immaginarie, compiono la tragica scelta dell'aborto, dall'altro lato constatavo la gioia delle donne che accettavano la loro maternità".
"La gravidanza rappresenta una potenzialità di accoglienza incredibile. Ed è proprio nell'accoglienza dell'altro che dobbiamo proseguire una battaglia della mente e del cuore"; "vogliamo porre la prima pietra di un rinnovamento globale del vivere civile".
Nella nostra epoca, ha affermato, "ci sono segni positivi da valorizzare, ma anche molte ombre. Com'è possibile, ad esempio, contrapporre i movimenti per la vita con quelli per la pace? Entrambe, vita e pace, vanno conciliate".
"Nell'aborto la vittima non è solo il figlio ma anche la madre - ha aggiunto Casini -. In definitiva è una sconfitta per l'uomo e la società intera: combattere questa battaglia non significa punire le donne ma riconciliarle con la società. Il vero nemico è colui che non vuol vedere la realtà".
Casini è poi approdato al delicato nodo della legge 194, affermando che "ormai nessuno ha il coraggio di ammettere che un bambino concepito non è essere umano" e che della legge "si tende ad evidenziare la prima parte, quella sulla prevenzione, come ‘buona', quasi a copertura dell'iniquità degli articoli successivi".
"Nel corso degli anni la mentalità è cambiata e ormai possiamo dire che la maggioranza è favorevole alla cultura della vita piuttosto che alla cultura della morte - ha constatato -. Ciò che va cambiato è il ruolo dei consultori e della prevenzione che non andrebbe svolto dai soli volontari, bensì dalle strutture pubbliche".
Il giornalista di Avvenire Umberto Folena ha illustrato una peculiare rassegna stampa al fine di mettere in luce le manipolazioni sui temi della vita, della famiglia e della morale. "C'è grandissima confusione tra gli stessi abortisti - ha affermato -. Taluni lo presentano come un ‘diritto', altri come ‘una scelta di maternità consapevole'. Altri ancora, addirittura come una ‘scelta d'amore', o un ‘atto banale'".
"Per non parlare della disinformazione che viene fatta sulla legge 40 - ha proseguito il giornalista -, che è stata fatta passare per una normativa voluta dai Vescovi, quando essa è frutto di un compromesso tra varie culture politiche".
Per Folena, si vuole inoltre "far credere che la famiglia tradizionale e monogamica sia arrivata ormai al capolinea e, con leggi come i PACS o i DICO, si tenta di fare mercato dei valori etici, di presentare un prodotto ‘familiare' come più light, quindi più conveniente di un altro. Ci si illude di poter applicare la legge di mercato anche nella morale e negli affetti".
La difesa della vita trova un campo di applicazione importante anche nella carità verso gli ultimi, ha osservato don Davide Banzato, giovane sacerdote attivo nella comunità Nuovi Orizzonti, da anni impegnata nel recupero dalla tossicodipendenza, dalla prostituzione e da tutte le forme di emarginazione sociale.
"Le statistiche attuali ci offrono un panorama desolante in fatto di tossicodipendenza, pedopornografia e altre forme di degrado morale. In ciò siamo tutti interrogati e tutti siamo tenuti a seguire il modello del ‘buon samaritano'", ha esordito.
"La vera gioia non è nell'assenza di dolore, ma nella resistenza al dolore".
"Questa è l'essenza della ‘cristoterapia': accogliere il grido di persone che stanno morendo nel corpo ma soprattutto nell'anima. Molti degli stessi ragazzi che abbiamo accolto sono stati da noi coinvolti per aiutarne altri caduti nell'abisso da cui loro stessi sono usciti", ha concluso.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se poco attinente con il post (molto bello), vogliamo porre alla vostra attenzione un piccolo quesito...
DOMANDA-SONDAGGIO: Avete capito perchè ci facciamo chiamare le 4 more?
Dubbio sorto in seguito alle variegate interpretazioni che ci sono state date
Piccole s***e mentali crescono..
Scusate per lo sfogo e grazie
Le 4 more

MPV toscana giovani ha detto...

Sulla sinistra, sotto gli appuntamenti è stato aperto un sondaggio...chi pensa di sapere la risposta si faccia avanti.

Anonimo ha detto...

Secondo me le 4 more si chiamano così perchè perchè sono bionde.
LOOOOOOL

Anonimo ha detto...

Grazie per la considerazione, però la disperazione è arrivata al culmine con la domanda: "perchè le quattro more? Non potevate farvi chiamare le quattro FRAGOLE?"
SENZA PAROLE!!! :-P

Anonimo ha detto...

"Les quatres brunes " sont internationales ,meme en France on les connait ,je n'arrive pas a croire que vous en Italie ne sachiez pas qui elles sont.

Meme les gamins le savent...


Pat