venerdì 14 novembre 2008

Giornata triste

Oggi è un giorno triste, un giorno che merita silenzio, riflessione e, per chi ci crede, soprattutto preghiera. Ieri hanno deciso che Eluana potrà, o meglio, dovrà morire. Personalmente ho preferito non leggere le polemiche che sicuramente avranno seguito questa decisione: le polemiche, giuste, fanno parte di ieri e di domani, non di oggi.

Molti di noi non hanno conosciuto personalmente Eluana, né hanno mai avuto contatti con le persone direttamente coinvolte in questa triste storia, ma come succede per gli attori, gli sportivi o i grandi artisti, la morte entra comunque nella nostra vita; perché lei stessa, la sua triste storia, sono entrati un po' a far parte delle nostre giornate.

E la morte, quando ci tocca, anche se marginalmente, lontamante, di sfuggita, impone sempre silenzio. Nessuno sa cosa senta questa ragazza, se abbia in qualche modo capito cosa le sia successo in questi anni, se dal suo letto sa di aver smosso così tante coscienze. Per questo ho provato a fermarmi e a pensare soltanto al suo dolore, alle sue sofferenze, al silenzio, ora definitivo, a cui è stata condannata. Per alcuni Eluana non vive più da quasi 17 anni, ma non credo che anche loro non provino oggi una punta di tristezza, non credo che davvero si sentano oggi vincitori. Credo che oggi, tutti, nessuno escluso, si sentano sconfitti, provino tristezza e dolore per una vita che si spenge, per un fiore reciso, per una persona che va a morire.

Ho scelto di non fare polemica e spero di non essere sembrato troppo retorico. Ho detto cose che mi sono venute dal cuore, dettate dalla commozione per questa storia, ormai non più mediatica, ma così vicina a noi. Ho sentito diverse persone oggi e so che dedicheranno molte preghiere a lei, spero di aver interpretato il loro sentimento semplice e sincero.

Andrea

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