martedì 7 luglio 2009

“L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo”. Il tema del diritto alla vita al centro della Caritatis in veritate

Esce in questi giorni la nuova Enciclica Caritatis in veritate di Papa Benedetto XVI. Vi propongo solo poche righe che mi servono a sottolineare alcuni aspetti a cui tengo particolarmente (il testo integrale lo potete scaricare in pdf a fondo post e se volete ne potremo parlare in futuro).

Il Papa a pagina 42 sottolinea fermamente che il tema della vita si intreccia con quello della povertà e più in generale dello sviluppo dei paesi del Terzo Mondo. Spesso il Movimento per la Vita italiano e gran parte dei movimenti pro-life europei e internazionali vengono accusati di occuparsi soltanto di aborto ed eutanasia. L’Enciclica del Papa dà una risposta netta e definita: l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo. Chi lotta per la vita, a tutti i livelli, compie un atto di carità e lotta dunque per lo sviluppo e la pace.

Con questo spirito il popolo della Vita affronta la sua quotidianità, chi nei Cav e nei Movimenti, chi in famiglia, chi nelle case di accoglienza, chi negli ospedali e nelle cliniche, chi dal farmacista o al bar. Il Papa ci offre la miglior risposta per replicare a chi ci vuole monotematici, polemici e arroccati su principi poco “incarnati”.

Lo ripeto: chi lotta per la vita lotta anche per la pace e lo sviluppo dei popoli. La nostra, lo sappiamo, è un’azione imperfetta e assai limitata, ma consapevole della sua importanza e soprattutto del suo significato. Vorremmo sentir dire altrettanto da chi ci accusa, vorremmo sentir dire davvero sinceramente queste parole: “Lottiamo per la pace e quindi lottiamo per la vita”. Tra chi si vergogna o si nasconde e chi pensa che vita e pace siano contrari e non sinonimi, ancora ho sentito troppe poche voci.

PRO LIFE, PRO PEACE. Pochi di noi si prestano volentieri ad una colonizzazione linguistica, io per primo, ma se serve ad intendersi meglio, va bene lo stesso.

[…]

Uno degli aspetti più evidenti dello sviluppo odierno è l’importanza del tema del rispetto per la vita, che non può in alcun modo essere disgiunto dalle questioni relative allo sviluppo dei popoli. Si tratta di un aspetto che negli ultimi tempi sta assumendo una rilevanza sempre maggiore, obbligandoci ad allargare i concetti di povertà e di sottosviluppo alle questioni collegate con l’accoglienza della vita, soprattutto là dove essa è in vario modo impedita.
Non solo la situazione di povertà provoca ancora in molte regioni alti tassi di mortalità infantile, ma perdurano in varie parti del mondo pratiche di controllo demografico da parte dei governi, che spesso diffondono la contraccezione e giungono a imporre anche l’aborto.
Nei Paesi economicamente più sviluppati, le legislazioni contrarie alla vita sono molto diffuse e hanno ormai condizionato il costume e la prassi, contribuendo a diffondere una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale.
Alcune Organizzazioni non governative, poi, operano attivamente per la diffusione dell’aborto, promuovendo talvolta nei Paesi poveri l’adozione della pratica della sterilizzazione, anche su donne inconsapevoli. Vi è inoltre il fondato sospetto che a volte gli stessi aiuti allo sviluppo vengano collegati a determinate politiche sanitarie implicanti di fatto l’imposizione di un forte controllo delle nascite. Preoccupanti sono altresì tanto le legislazioni che prevedono l’eutanasia quanto le pressioni di gruppi nazionali e internazionali che ne rivendicano il riconoscimento giuridico.
L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo. Quando una società s’avvia verso la negazione e la soppressione della vita, finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell’uomo. Se si perde la sensibilita` personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre
forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco. Coltivando l’apertura alla vita, i popoli ricchi possono comprendere meglio le necessita` di quelli poveri, evitare di impiegare ingenti risorse economiche e intellettuali per soddisfare desideri egoistici tra i propri cittadini e promuovere, invece, azioni virtuose nella prospettiva di una produzione moralmente sana e solidale, nel rispetto del diritto fondamentale di ogni popolo e di ogni persona alla vita.

Benedetto XVI, Caritatis in veritate, pp. 41-42

SCARICA QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’ENCICLICA (pdf)

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