venerdì 2 gennaio 2009

Tanti auguri di Buon Anno!

Ripensando a quello che abbiamo fatto quest'anno, non posso dimenticare l'incontro di Firenze dello scorso marzo che ha visto la partecipazione di oltre 300 giovani dalla Toscana e da tutta Italia, e la presenza di importanti ospiti che hanno pronunciato parole significative. Ma non è questo che deve renderci felici, è una cosa che probabilmente appartiene al passato, e anche se allora è nato qualcosa di importante per molti di noi, di essa resteranno foto, ricordi, appunti. Dobbiamo essere felici per quello che faticosamete facciamo ogni giorno, felici per i princìpi e i valori ai quali con speranza e sofferenza cerchiamo quotidianamente di far aderire la nostra vita. L'incontro di Firenze è stata solo una tappa lungo questo percorso.

Non la voglio fare tanto lunga, ma è importante sottolineare questo: il nostro impegno per la vita non si misura con la quantità dei soldi raccolti, contando le persone che hanno partecipato ai nostri incontri oppure soppesando vittorie e sconfitte "politiche". Tutto questo conta fino ad un certo punto. Oggi e sempre conterà quanto siamo stati e saremo segni, testimoni, annunciatori dei nostri valori nel nostro quotidiano. L'augurio dunque che mi sento di fare a tutti voi è proprio questo: siate testimoni di quello in cui credete.

Auguri di Buon Anno!

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A questo proposito mi fa piacere pubblicare un pensiero che un ragazzo, Lorenzo, ci ha mandato per questo Natale. Tutti sappiamo che il nostro movimento è laico, perchè laico e universale è il valore stesso della vita, ma non per questo ciascuno deve rinunciare al contributo fondamentale della fede. Per questo pubblico volentieri questa riflessione, interessante anche per chi non crede.

Anche Giuseppe che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla citta di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme a Maria sua sposa, che era incinta. Ora mentre si trovava in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto... “. Con queste parole l'Evangelista Luca descrive la nascita di Gesù. Fa riflettere sia i credenti che i non credenti il grande amore di Dio, che ha voluto mandare il suo Figlio nel mondo facendolo nascere bambino, in una famiglia fondata sull'amore sponsale tra Maria e Giuseppe. Quest'anno durante i mesi estivi sono stato in pellegrinaggio in Terra Santa, e a Betlemme un vecchio frate francescano, disse una frase che mi ha molto colpito: “ Natale è tutti i giorni in cui nasce un bambino, solo che nell'occidente ricco si preferisce festeggiare il giorno della strage degli innocenti”. Il luogo in cui era stata pronunciata ovviamente la rendeva ancor piu amara e triste. Per questo motivo voglio provare a fare un esperimento paradossale, eliminando ogni aspetto dolce e romantico del Natale, la luce di Gesù bambino che splende nei nostri presepi, e pensando alla nascita di Gesù oggi, nel 2008. Gesù Bambino troverebbe la stessa gioia dei pastori di 2008 anni fa? Nessuno sicuramente si scandalizzerebbe se Giuseppe lasciasse Maria, dopo avere saputo che era in stato interessante, nessuno protesterebbe se Maria non volesse portare a compimento la gravidanza (in fondo è un suo diritto interromperla), infine, magari, Maria e Giuseppe potevano anche evitare di sposarsi, tanto basta la convivenza! Natale è la festa in cui si celebra la vita e l'ambiente dove si sviluppa e cresce: la famiglia “cellula fondamentale della società “ come recita la Costituzione della Repubblica Italiana. Ma tutto questo viene continuamente minacciato e colpito in una società che non vuole e non riesce a difendere la sacralità della vita. Alla radice di tutto questo si trova l'affermazione di due concetti: la relativizzazione di tutti i valori della società, che si riducono a pure convizioni individuali, e l'affermazione che la vita non è un valore disponibile, ma è soggetta al volere dell'uomo e come tale, può essere trattata come una cosa qualsiasi. Non servono molte altre spiegazioni per descrivere il trionfo dell'individualismo e del relativismo, al quale purtroppo stiamo assistendo. L'augurio più bello che sento di fare a tutti, per questo tempo di Natale, è dunque quello di riscoprire l'autenticità di questa festa. Cristo scende sulla terra per incontrare l'uomo e da quest'incontro nasce la fede dei cristiani. Un incontro che nella vita di ciascuno ha un carattere personale, ma la cui forza non può rimanere un fatto privato: i suoi frutti devono manifestarsi pubblicamente, aprirsi al mondo e produrre altri frutti. Per questo è difficile comprendere tanti di noi che a proposito di aborto, eutanasia e tanto altro, pronunciano la fatidica frase “io non lo farei, ma non me la sento di proibirlo”. Se Cristo è Via, Verità e Vita, e davvero lo crediamo, che senso hanno certe professioni di cauto relativismo, di ambiguo individualismo? Se crediamo nei valori della vita e della famiglia, professiamoli, e non riduciamo la fede ad un fatto solamente privato.Il senso del Natale per me è anche questo: Cristo scende sulla terra e lo fa per tutti, indistintamente, anche per chi non crede, e chiede ha chi lo ha già incontrato di annunciarlo a tutti. Non è contemplata la possibilità “io ci credo, ma tu credi in quello che vuoi”; il dovere è quello di annunciare, senza costringere ovviamente, ognuno faccia poi liberamente le sue scelte. Auguri.

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