giovedì 22 gennaio 2009

Libertà di coscienza ma divieto di obiezione

Aggiornamento

Video di Repubblica TV (clicca per vedere)

Aggiungo un video di Repubblica Tv in cui parla la Bresso degli argomenti che tratto nel post.

A parte la solita solfa del giornalista che definisce l'intervento di Poletto "a piedi giunti"; leggetelo a fondo post, poi mi fate sapere se era più a piedi giunti il suo o l'"ayatollah" con cui la Bresso lo ha bollato.

Riporto una frase della Bresso davvero rivelatrice delle loro intenzioni: "Lo Stato oggi può decidere che dobbiamo tenere a tutti costi in vita, domani potrebbe decidere che non teniamo più in vita per esempio le persone malate. Il punto è il diritto: il diritto deve valere sempre" (minuto 3.05-3.20). Giù la maschera: eutanasia di stato per le persone malate e chi non è d'accordo esegua lo stesso, altrimenti è fuori legge. Bel modo di trattare le persone malate, bel modo di concepire l'obiezione di coscienza.

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Proviamo a dare una definizione di "divieto di obiezione". Facciamolo con parole povere: fai quello che ti dico e stattene zitto.

Ma partiamo dall'inizio. Il giorno 20 gennaio la presidentessa della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, si dichiara disponibile ad accogliere Eluana nelle strutture pubbliche della regione per dare definitivamente esecuzione alla tanto invocata sentenza (corriere.it).

Oggi il Cardinal Poletto (Torino), in un'intervista invita i cattolici e tutti quanti ritengono la sentenza di morte ingiusta, a fare legittima obiezione di coscienza (a fondo pagina l'intervista).

Dopo poco arriva la replica della Bresso in una trasmissione radiofonica di Radio 24. Pronuncia parole che sembrano comprensive e lo sono: "Non entro in merito alle dichiarazioni del cardinal Poletto che invita i medici cattolici all'obiezione di coscienza - ha aggiunto la Bresso - perché sono valutazioni religiose. Ma dico che l'obiezione di coscienza, che nel nostro Paese è consentita solo per l'interruzione di gravidanza, evidentemente sarebbe rispettata anche in un caso del genere. Nessuno può essere obbligato a fare qualcosa se ritiene di non poterlo fare". Per gentile concessione, dunque, chi venisse invitato a togliere l'alimentazione di Eluana, può rifiutarsi di farlo, nessuno lo costringe, ci mancherebbe, verrebbe da dire.

Ma anche la Bresso non risparmia la sua stilettata ideologica: "Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile" (repubblica.it).

Sono una persona molto tollerante e democratica, non credo di aver mai offeso o aggredito verbalmente nessuno perché la pensava diversamente da me. Oggi, però, mi prendo la libertà di dire che tutti questi rigurgiti ideologici, queste piccole, maligne e quotidiane offese al senso di giustizia e democrazia di tanti che come me credono nella vita di questa ragazza e allo stesso tempo nella laicità dello Stato come nel valore pubblico della religione, mi hanno davvero schifato, sì, mi fanno schifo. Continuo ad essere disposto a dialogare con chiunque, ma pretendo rispetto.

Ieri oscurantisti medievali, sadici retrogradi, insensibili ipocriti, disumani censori, impietosi carnefici. Oggi strenui ammiratori e propugnatori della repubblica degli Ayatollah. Domani, chissà magari ci andrà meglio, e saremo solo un mucchio di stronzi che credono in un dio che non c'è e del quale nemmeno c'è bisogno.

Bene, vediamo chi sono questi Ayatollah, cosa hanno fatto e fanno. Rapporto annuale 2008 di Amnesty International sulla situazione dei diritti in Iran: mi limito all'introduzione "Le autorità hanno continuato a reprimere il dissenso. Giornalisti, scrittori, accademici e attivisti per i diritti delle donne e delle comunità sono stati oggetto di arresti arbitrari, divieti di viaggio, chiusura delle loro ONG e vessazioni. È proseguita l'opposizione armata, principalmente da parte di gruppi curdi e baluci, così come la repressione di Stato delle comunità minoritarie dell'Iran. La discriminazione nei confronti delle donne è rimasta radicata per legge e per prassi. Nelle carceri e nei centri di detenzione tortura e altri maltrattamenti sono risultati diffusi. Un giro di vite in nome della sicurezza annunciato ad aprile è stato segnato da un'impennata delle esecuzioni; almeno 335 persone sono state messe a morte, compresi sette minorenni all'epoca del reato. È proseguita l'imposizione e l'esecuzione di condanne a morte per lapidazione, così come all'amputazione e alla fustigazione" (amnesty.it).

Io non ammiro niente di tutto questo, non voglio niente di tutto questo, non sento predicare niente di tutto questo nella Chiese che frequento e non ha detto niente di tutto questo il Cardinal Poletto. La Repubblica degli Ayatollah è un'altra, è quella in cui "non c'è divieto di obiezione", in cui si fa quel che vogliono loro e si deve pure stare zitti. Forse la Repubblica degli Ayatollah è la loro, dov'è chiusa ogni strada al dialogo e sono spalancati i vomitoria di calunnie, falsità e denigrazione, dove si respira ogni santo giorno il clima teso dell' APARTHEID IDEOLOGICA. Non la pensi come me, ti permetti di fare obiezione di coscienza, sei un nemico della Repubblica. Non è bello questo laicismo da Ayatollah.

Prima di concludere una precisazione: non voglio attaccare nessuno in particolare, nè la Bresso, nè tutti quelli che la pensano come lei, voglio solo denunciare il clima pesante che si è venuto a creare, un clima lontano da ogni dialogo, lontano dalla comprensione delle ragioni dell'altro, un clima fatto di giudizi e pregiudizi sommari. Questa apartheid ideologica fa davvero molto schifo, spero lo faccia a tutti, non solo a quelli che la pensano come me.

Concludo pubblicando l'intervista al Cardinal Poletto, il cui livello di democrazia, tolleranza e buon senso lascio giudicare a voi. Per testimoniare, invece, il clima che si è creato mi permetto di aggiungere (random) qualcuno dei commenti fatti dagli utenti di Repubblica.it: quelli si che sono davvero degni di un Ayatollah.

Andrea









Il cardinale di Torino ai medici: "Fate obiezione su Eluana"

di PAOLO GRISERI (repubblica.it)

TORINO - C'è la legge dell'uomo e c'è la legge di Dio. Se entrano in contrasto è perché la legge dell'uomo è una cattiva legge per l'uomo. Dunque, è diritto dei cittadini obiettare. Così il cardinale di Torino, Severino Poletto, spiega la sua posizione sul caso Eluana. E aggiunge: "Per queste ragioni i medici cattolici che si trovassero a lavorare nell'ospedale dove si intende interrompere l'alimentazione di una persona, dovrebbero obiettare e rifiutarsi di farlo".

Cardinale Poletto, per quale motivo un medico cattolico non dovrebbe rispettare la scelta di una persona, in questo caso di Eluana Englaro?

"Perché quella scelta va contro i principi morali della chiesa".

La chiesa è favorevole all'accanimento terapeutico?

"La chiesa è contraria all'accanimento terapeutico. Ma qui non siamo in un caso di accanimento. Qui dobbiamo decidere se continuare ad alimentare una persona o lasciarla morire di fame. Lasciare morire di fame qualcuno che è ridotto a uno stato vegetativo è eutanasia e la chiesa è contraria all'eutanasia come a ogni forma di negazione della vita".

La chiesa è contraria ma lo Stato italiano dice che bisogna rispettare la volontà del padre di Eluana. Quale legge deve prevalere? Quella dello Stato o quella della religione?

"La legge di Dio non può mai essere contro l'uomo. La legge di Dio è sempre per l'uomo. Andare contro la legge di Dio significa andare contro l'uomo. Dunque, se le due leggi entrano in contrasto è perché la legge dell'uomo non è una buona legge e si rivelerà tale dai suoi frutti".

Quindi, nell'alternativa, un cattolico deve disobbedire alla legge dell'uomo?

"Un cattolico rispetta le leggi e rispetta la sua coscienza. Per questo esiste la possibilità di fare obiezione quando l'applicazione di una legge contrasta con i propri convincimenti profondi".

In questo modo però i cattolici rischiano di avere una legislazione parallela, dettata dalla coscienza e in contrasto con la legge italiana. Non è una contraddizione?

"Questo non è un problema che riguarda solo i cattolici. Anche per molti non credenti è stato così. Si ricorda quando c'era la leva obbligatoria e molti ragazzi facevano obiezione perché non accettavano di impugnare le armi? Non tutti erano cattolici, anzi. Allora la chiesa non si schierava neppure contro il servizio militare ma ammetteva che ci potessero essere persone, credenti e non credenti, che per ragioni di coscienza non accettavano di mettersi una divisa e imbracciare un fucile".

Oggi però sono i cattolici a invocare più spesso il diritto di obiezione. C'è un limite a questa tendenza?

"Il limite è la coscienza. Non può che essere così. Ma nessuna legge umana può andare contro le coscienze costringendoci a commettere atti che sono in grave contrasto con i nostri convincimenti più profondi. Questo vale per il medico chiamato a praticare un aborto ma anche per chi fosse costretto a staccare il sondino di Eluana o per il farmacista che si rifiuta di vendere una certa pillola".

Quel farmacista non lede il diritto di un'altra persona interrompendo un servizio?

"Vorrà dire che chi vuole quella pillola si rivolgerà ad altri, non certo a lui".

Cardinale Poletto, nella sua esperienza di sacerdote avrà incontrato diverse situazioni nelle quali il dolore e la sofferenza sono grandi. Come si può giudicare il padre di Eluana?

"Io non giudico, solo Dio giudica. Sono anzi vicino al dolore di quel padre come a quello di tutte le famiglie che vivono situazioni drammatiche. Mi viene in mente il caso di una famiglia di Asti con una figlia che da dieci anni vive in stato vegetativo ed è alimentata in casa con un sondino. Sono situazioni molto difficili, prove dure nelle quali di tutto c'è bisogno meno che diventare lo strumento di una battaglia ideologica. Al padre di Eluana dico di continuare ad affidarsi alle religiose che da tanti anni si sono prese cura di sua figlia con amore e dedizione. E prego per lui perché la sua sofferenza è grande".

Commenti

Ho l'impressione che invitare i cittadini a disobbedire alle leggi sia reato. Detto questo, è facile notare come quelle parole siano tipiche degli Ayatollah di Teheran. Perchè il Vaticano e tutta la sarabanda che c'è dietro non si trasferisce in Iran o Arabia Saudità? Tanto qui nessuno si beve le loro favole.

Ad onta dei messaggi ed omelie domenicali, dove i termini "dialogo", "democrazia", "libertà" si sprecano, tanto da illudere il volgo "moderno" circa l'accettazione da parte della gerarchia di tali principi (a suo tempo peraltro condannati da Pio IX: "Il Sillabo"), le dichiarazioni di Poletti dimostrano l'indeffettibile sostrato teocratico, cioè integralista, su cui poggia l'edificio dottrinale della Chiesa: alla fin fine siamo sempre al papa-re, in barba al carattere laico degli Stati. Da qui, credo, la non sostanziale differenza con l'impianto teorico ( impossibile da attuarsi nella prassi, avendo l'Occidente ereditato la Rivoluzione francese) dell'attuale islamismo, nei cui confronti del resto traspare una malcelata invidia, non foss'altro che per la sua capacità di espansione, oltrechè di dominio assoluto delle coscienze e dei comportamenti umani.

Trovo inopportuna l'intromissione della Chiesa Cattolica perché, oltre a dimostrare scarsa pietas nei confronti di Eluana e della sua famiglia, incita all'obiezione di coscienza "pubblici lavoratori". Capisco che alcuni medici possano rispondere a questo richiamo, ma, non rispettando le leggi laiche di uno Stato laico, vengono meno al loro contratto di lavoro, per cui, secondo me, potrebbero essere soggetti a licenziamento. Nel momento in cui ciascuno, superando un concorso pubblico, entra a far parte di una struttura pubblica, ne dovrà accettare leggi e regolamenti, al di là di qualsiasi obiezione di coscienza.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo Ho intenzione di fare un post in cui segnalo articoli interessanti su eluana e linkerò anche questo.

Mi permetto di fare solo un piccolo suggerimento: rivedi un attimo quando dici "staccare la spina". Purtroppo quest'espressione ce l'hanno inculcata dentro fino alla nausea ma noi dobbiamo ricordare che nel caso di Eluana non c'è nessuna spina da staccare perchè vive e respira da sola. Un abbraccio!

osteriavolante

MPV toscana giovani ha detto...

Giusto...correggo: alimentazione!!!
Antilingua, antilingua...quanto scassi.
ciao e grazie!!!

Ps. se posso mi permetto di pubblicare qualcosa dal tuo blog, indocando la fonte chiaramente...posso??? fammi sapere
andrea

Anonimo ha detto...

Fortunatamente qualcuno ha detto che l'obbedienza non è più una virtù.
Abbracci toscanacci

Anonimo ha detto...

Avoglia, prendi e pubblica quello che vuoi anche senza citare la fonte: l'importante è che si spargano le idee il più possibile. Per qualsiasi cosa contattami senza problemi. la mail è osteria_volante@yahoo.it.

Un abbraccio e buon lavoro!! Speriamo di vederci presto

MPV toscana giovani ha detto...

All'Abruzzo (che saluto calorosamente) dico è una virtù l'obbedienza alle persone e alle idee giuste, così come è una virtù la ribellione a persone e idee sbagliate. Per fare un esempio: è cosa molto virtuosa obbedire a Leo Pergamo...e poi non è possibile fare altrimenti! Ciao perseone!

Al Lazio (perchè l'Osteria dovrebbe essere a Roma) dico grazie per le pietanze! A presto e buon lavoro anche a te!

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea puoi linkare, incollare e riscrivere tutto quello che vuoi da perseoherp.splinder.com

Guarda che due anni fa sei stato mio ospite, ma forse ancora mi riconosci...

MPV toscana giovani ha detto...

Lo so chi sei...era solo per mantenere la tua privacy inviolata...comunque...ciao Tony.
Andrea

Anonimo ha detto...

Sicuramente la Bresso sa che sotto l'egida degli Ayatollah, per prima cosa lei, in quanto donna, dovrebbe portare il burka e non il suo tailleur. Dopo un intervento radiofonico del genere (e non solo quelli radiofonici, ma anche quelli televisivi), non passerebbero credo 3 minuti, prima che un gruppo di omoni urlanti, fasciati di bianchi turbanti, la accompagnassero a fare una bella passeggiata con loro a Corso Vittorio Emanuele II...(N.B.: passeggiata è il nome in codice che gli ayatollah usavano per le lapidazioni pubbliche...). Mi voglio fermare qui! Sembra che questo ancora non sia successo, o forse il cardinal Poletto, circondato dalle sue fidate guardie svizzere, con sotto l'elmo una copia del Codice da Vinci, si sta armando di alabarde e archibugi pronto a marciare su Torino? Se la Bresso e il suo intervistatore radiofonico fossero persone acute (e non sordi intellettuali come dimostrano), avrebbero notato che il cardinale Poletto usa il condizionale "dovrebbero" e non l'imperativo "devi". Il che è tutta un'altra cosa: la Chiesa parla proponendo, e la coscienza dell'individuo è libera di decidere cosa fare. La cultura di morte parla imponendo, e la coscienza dell'individuo segue i dettami dell'imposizione. Come dice bene Andrea, la vera cultura degli ayatollah è la loro, e non quella della Vita.
Finisco con un augurio alla Bresso: "So che non leggerà mai questo commento, ma nonostante ciò le voglio consigliare una cosa: si studi abbondamente i modi verbali; farà un grosso piacere a tutti quelli che li hanno studiati da piccoli, grazie".

Anonimo ha detto...

OBama Obama, perchè mi perseguiti?
Un' annuncio come il suo andava fatto di lunedì, mica si può passare il finesettimana a sollevargli obiezioni!

http://perseoherp.splinder.com/post/19677364/Obama%3A+l%27uomo+nero

Anonimo ha detto...

Fa discutere il sostegno da parte della nuova amministrazione USA alle ONG che prevedono l'aborto come mezzo di controllo delle nascite. Emulando dittatura cinese dove vige la politica del figlio unico.
Da un punto di vista culturale, c’è sempre stata nella concezione americana dei diritti umani una vena di suprematismo, una discriminazione strisciante che suona pressappoco così: se sei cittadino americano hai certi diritti altrimenti no. I risultati li abbiamo visti a Guantanamo o nelle prigioni clandestine della CIA. Obama ha voltato politica su questo punto, ma tempo nemmeno un giorno e il suprematismo è tornato in superficie, attaccando il più elementare diritto di ogni uomo, quello di vivere.
Già perché con la recente scelta di rifiutare la Mexico City Policy, gli USA finanzieranno le ONG che promuovono il ricorso all’aborto. Guardando la decisione da prospettive radicali e liberali si potrebbe essere addirittura d’accordo, e alcuni lo sono, ma abbiamo parlato di discriminazione ed eccola servita: i finanziamenti riguardano solo i Paesi in via di sviluppo. I piccoli nascituri del terzo mondo hanno meno diritto a vivere di quelli che stanno per nascere nei Paesi industrializzati. Allora sarà necessario spiegare ai bambini che l’uomo nero, quello che abitava negli armadi e sotto i letti si è trasferito in luoghi decisamente più ospitali, ma non ha affatto smesso di portarsi via i bambini.
Il fatto è che i cosiddetti Paesi del Nord, che sono poi quelli che hanno determinato la povertà degli altri, necessitano per mantenere il loro benessere che proprio la povertà non dilaghi oltre certe soglie di sicurezza sociale. Allora piuttosto che eliminare la povertà, avrà detto Obama, perché non eliminiamo i poveri in partenza, proprio sul nascere. Che dire un’ottima soluzione finale…