venerdì 9 marzo 2007

Million Dollar Baby: ricchi e soli?

Faccio due premesse. La prima è che parlare di questo film non è per niente facile e dunque il mio non sarà un giudizio definitivo, ma semplicemente una riflessione. La seconda premessa è che non ho visto il successivo dibattito di Porta a Porta.

Detto questo, dico che Million Dollar Baby è davvero un bel film, ma forse, dopo aver visto un vero capolavoro come Mystic River, mi aspettavo di più e credevo che Eastwood avesse la crudezza, ma anche la sensibilità necessarie per trattare un tema così delicato. Non so, ma mi sembra che manchi qualcosa, non negli attori né nella capacità di descrivere l'America, forse in qualcos'altro, ma ripeto non è un'opera d'arte come Mystic River.
A parte questa critica del tutto opinabile, credo (e questo è l'aspetto più importante) che non si possa fare di questo film un manifesto ideologico. Spesso si tende ad identificare la bellezza di un film con la nostra adesione o meno al messaggio che esso intende veicolare. In questo caso credo che sia stato fatto (bene ma non nel migliore dei modi) il ritratto di una situazione reale, di affetti, contraddizioni e miserie che purtroppo esistono. Il film è solo il ritratto di una realtà e al di là della contrastata decisione finale di togliere la vita, dobbiamo concentrarsi su altro, lasciando perdere le varie trincee ideologiche.

Una sola parola può descrivere una situazione come quella: SOLITUDINE. Un uomo solo assiste una donna sola nell'unico letto di una stanza per il resto vuota. Intorno l'ospedale più o meno indaffarato in altro e le infermiere con il loro affetto così professionale. Basta. E la scelta di morire è davvero libera e consapevole in questa situazione di solitudione e dolore? La soluzione è accogliere ed assistere, farci carico TUTTI (non solo lo Stato, ma tutti) del dolore degli altri.
La soluzione è davvero quella di togliere la vita? Al massimo potrebbe essere la soluzione estrema. Ma prima viene la CURA, fatta di sacrifici e d'AMORE, che nobilita e dà dignità all'uomo più di quanto possano farlo le cure dimagranti, i safari in Kenya o la chirurgia plastica delle PERSONE SANE. Lì dove sta l'amore?
Andrea

1 commento:

Anonimo ha detto...

Partendo dal presupposto che non ho visto il film, vorrei soffermarmi su un episodio capitatomi di recente, riguardante in ogni caso l'argomento in esame. Camminando lungo l'Arno, noto un signore, sui quarant'anni, in carrozzina, che si spinge con uno sforzo immane, sulla parte di strada riservata alle macchine. Lì per lì mi soffermo e seguo con lo sguardo il suo passaggio. Appena vedo, però, la parte posteriore della carrozzina, noto un cartello su cui è scritto: "IO SONO UN PESO PER VOI - SI ALL'EUTANASIA". Sono rimasto di sasso. Il proliferare di uomini e donne ai quali è imposto il ruolo di "vessilli della morte", promuovendo per sè stessi la FINE di una vita o di un periodo di vita per loro insostenibile, certamente lascia sgomenti. Ma sono anche convinto che la mancata sostenibilità di situazioni estreme sia aggravata da alcuni "soggetti"(ci siamo capiti chi sono, no?) che ruotano intorno al malato, i quali, spacciando la propria superficialità egocentrica per carità, e il proprio cinismo interessato per comprensione, annullano proprio ciò di cui si fanno garanti...la Libertà. E sarebbe la Chiesa a limitare la libertà degli uomini, vero?