sabato 3 gennaio 2009

Malata di tumore scrive a Napolitano: "Aiutatemi o fatemi morire"

Pubblico la parziale trascrizione fatta da www.abruzzoblog.com dell'intervista rilasciata dalla Signora Angela S., 58 anni di Castel di Sangro, alla web tv locale Abruzzolive (www.abruzzolive.tv).

"Sono malata di tumore, non so come tirare avanti. Sono una cittadina italiana: le istituzioni mi restituiscano dignità e diritti e mi diano la possibilita' di curarmi. Per questo mi rivolgo al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Altrimenti mi aiutino a trovare una 'morte dolce', con l'eutanasia, anche all'estero, perche' non si puo' morire ogni giorno, di stenti e nella dignità". E' l'appello disperato di Angela S. sulla web tv abruzzolive.tv. La donna, 58 anni, di Castel di Sangro, in un'intervista alla web tv parla della propria malattia - scoperta nei mesi scorsi e per la quale si è operata e sottoposta a chemioterapia - e dei 250 euro al mese con i quali è costretta a vivere.
"100 li mando a mia figlia - dice - che sta studiando all'università, quel che rimane mi deve bastare. Dopo l'aggravamento ho chiesto alla Asl l'indennita' di accompagnamento perche' debbo pagare una persona per l'assistenza, ma mi e' stato negato e fino ad oggi non conosco le ragioni di questa decisione. Non so come continuare, perciò chiedo l'eutanasia. Tutto e' meglio dell'abbandono". "Lei è cattolica?", chiede il cronista. "Sì, sono cattolica convinta". "E allora come puo' chiedere l'eutanasia?".
"Si può - risponde Angela Scalzitti - E' facile se sei costretta a chiedere l'elemosina per vivere, se sei costretta a morire di freddo e di fame, a dire a tua figlia di non tornare a casa perche' non hai da darle da mangiare". Quindi l'appello al presidente Napolitano. "I Natali - conclude la donna - sono banali, ingiusti. Il Natale lo dovrebbero fare tutti, ma non mangiando, bevendo e urlando per strada, bensì stando vicino a quanti hanno bisogno. E le istituzioni facciano il loro dovere".

 

Il caso sembra abbastanza scandaloso, e sembra ancora una volta chiamare in causa uno Stato debolissimo. Lo Stato è debole ovunque, nella lotta alla criminalità come in quella alla corruzione, ma è soprattutto in casi come questi che si misurano sulla pelle delle gente la sorprendente inefficienza, la malfidata burocrazia, il disinteresse totale delle amministrazioni (dal massimo al minimo grado).

Ma non voglio fare troppa retorica, forse mancano ancora troppe informazioni in questa storia per tracciare un giudizio definitivo su fatti e persone. Queste poche righe sono dunque solo frutto di impressioni (forse più che fondate?), dunque, per adesso è meglio sospendere il giudizio.

Una cosa la possiamo però prendere per certa, è la sincerità delle parole della signora, che ci richiamano ad una verità assoluta, quasi sempre colpevolmente ignorata: spesso chi chiede di morire lo fa per la profonda solitudine. E' la solitudine, l'indigenza, la mancanza di sostegno economico e morale che uccidono lentamente queste persone, ancora prima della malattia, ancora prima del pensiero comprensibilissimo di farla finita. Sono i sani che uccidono i malati, stampiamocelo bene in mente: la nostra indifferenza, il nostro rifiuto di com-patire, di portare anche solo un millesimo del loro peso. E' il nostro benessere a tutti i costi, il nostro rifiuto del dolore, la nostra ideologia della Salute, la nostra religione della Perfezione fisica.

Ma c'è chi questo lo ignora, c'è chi pensa che questa storia non serva per guardarci dentro, non sia l'occasione per capire finalmente che quelli che chiamiamo i mali della società, dello Stato, del fantomatico sistema paese, sono in verità i nostri mali. C'è chi pensa che questa sia una delle tante storie da cavalcare, uno dei tanti fiumi da far sfociare nel mare magnum dell'ideologia, della propaganda, della verità relativa e multiuso.

Leggetevi Repubblica.it, che dopo un'onesta cronaca della vicenda (link), ci rifila l'ennesimo santino di Santa Ideologia made in Miriam Mafai (link), poco dopo l'ennesima dimostrazione pratica che non esiste altra soluzione che la panacea del duemila, quella benedetta eutansia, che eliminerebbe non pochi problemi (link). Scusi signora Angela è colpa nostra, siamo così insensibili che non vogliamo ucciderla. Si perchè la vera questione non è aiutare la signora a curarsi e a vivere dignitosamente, il vero problema è farla fuori. E' sacrosanto: nel 2009 non vogliamo più vedere storie come queste. Basta poco per eliminarle: ridurre i protagonisti alla disperazione totale, finchè, persa ogni speranza, chiedono di morire.

La signora chiede assistenza, cura, sostegno? Macchè, meglio una soluzione definitiva e senza impegno: eutanasia! ...e aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto della grande consolatrice...la grande consolatrice...

Carissima mia Repubblica, se il buon giorno si vede dal mattino...Buon Anno!

Andrea

 

Questo è il servizio del Tg di La7.

Il video dell'intervista completa lo trovate su www.abruzzolive.tv Sezione Cronaca - Video datato 31 dic 2008.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Occhio non vede, cuore non duole... vero Europa?
Volevo far notare che è lo stesso modo di pensare delle associazioni a delinquere... ergo... Europa...

Anonimo ha detto...

Sono ateo, e penso che la chiesa cattolica sia un problema piuttosto che una risorsa (nota bene, parlo della chiesa come istituzione, non dei cattolici).
Però leggendo il tuo articolo non posso che essere d'accordo con te. Perlomeno fino a quando non inizi a tirare in ballo la Repubblica e la Mafai.

La stora della signora malata è drammatica. Io non accetterei mai che per legge passi il concetto di eutanasia volontaria come chiede la signora. Ma trovo che tu, in modo decisamente "sorretto", stia accostando due tematiche assai diverse. Un conto è il discorso dell'eutanasia, un conto è il discorso del testamento biologico.

Ho letto e riletto con attenzione l'articolo della Mafai che tu citi. Neanche una volta viene espresso il concetto di eutanasia volontaria, altresì l'articolo è un invito al dialogo su un buco legislativo italiano, cioè quello del testamento biologico. In più la Mafai fa una riflessione, codivisibile o meno, sulle posizioni oltransiste della chiesa cattolica italiana.

Quindi attenzione. Io sono ASSOLUTAMENTE CONTRO l'eutanasia inteso come morte volontaria (e dubito che ce ne siano molti a favore). Ma sono assolutamente a favore di una legge che regolamenti il testamento bologico. L'individuo ha diritto a decidere se essere o meno attaccato ad un respiratore in uno stato vegetativo. E' un suo sacrosanto diritto. Questa non è eutanasia, è semplicemente rispettare le volontà di una persona.

Anonimo ha detto...

Qualcuno sul caso Englaro su un forum ha detto una cosa secondo me verissima, la riporto qui volentieri:
"Padre perchè esistono persone che impediscono di fare la tua volontà? Tu la vorresti con te ma noi uomini la stiamo trattenendo. Con quale diritto?"

Scusami Andrea, sto andando OFF-TOPIC, qui non si parlava di Eluana, ma mi piaceva avere la tua opinione.

MPV toscana giovani ha detto...

Ciao Sergio,

ti rispondo volentieri perchè le tue osservazioni hanno il pregio rarissimo di non andare per slogan, ma di seguire un ragionamento meditato.
Lasciamo stare il discorso della Chiesa: io sono cattolico, ma credo che la rigida separazione cattolici-laici sia una semplificazione totalmente sbagliata, che serve soltanto a fare confusione. Oltretutto è una distinzione smentita dalla realtà, esistono, infatti, cattolici (anche sacerdoti) che su certi temi la pensano in modo diverso dalle istituzioni e laici che la pensano allo stasso modo: per me la Chiesa (istituzione) deve essere considerata per quello che è, ossia una voce importante nella vita sociale del nostro paese, che esprime una posizione leggitima nel dibattito democratico. Ridurre la questione a uno scontro cattolici-laici, credenti-non credenti, è un voler sviare dalla realtà concreta.

Per quanto riguarda il fatto di aver chiamato in causa la Repubblica e la Mafai a proposito di questo argomento, credo di non essermi spiegato bene: per me in questo caso non si doveva nemmeno pronunciare le parole ”eutanasia” o “testamento biologico”. Il caso della signora abruzzese non c'entra proprio nulla: sono la solitudine, l'indigenza, l'abbandono a spingerla verso la disperazione e quindi verso una dolorosa richiesta di morte. Con un sostegno morale ed economico forse la donna avrebbe ancora voglia di lottare, di curarsi, di vivere. Dunque, come credo converrai anche tu, non possiamo parlare di eutanasia o testamento biologico. Sono cose lontane, che si avvicinano solo se davvero si volesse dare compimento a questa volontà di morte. Allora sì che si parlerebbe di eutanasia.
Ma è proprio questo il punto: il sito del giornale La Repubblica linkava, proprio sotto la notizia della signora abruzzese, l'articolo della Mafai e l'articolo con la proposta di Testamento biologico di Luca e Francesco Cavalli-Sforza. Erano linkati sotto il lancio della notizia in homepage ed erano linkati nella pagina con la cronaca del fatto di Castel di Sangro. La cosa mi ha fatto inorridire a tal punto che mi sono scagliato contro il giornale che proponeva una cosa del genere e mi sono detto: ma come, questa dice di voler morire perchè nessuno la assiste e questi, mentre danno la notizia, non scrivono nulla sullo scandalo della Sanità pubblica, sul Welfare che non funziona ecc... Anzi, parlano di testamento biologico e diritto di morire. Converrai che la cosa era quantomeno di cattivo gusto.

Dico era perché adesso i link sono stati rimossi: forse si sono accorti dell'errore? Non lo so; malignamente si potrebbe parlare di lapsus freudiano, ma non voglio davvero credere che, per un momento, qualcuno abbia pensato di esaudire il desiderio di morte della signora. Ma un po' di paura ce l'ho che da parte di qualcuno il testamento biologico sia un modo per tagliare molte spese, per togliere di mezzo chi porta via tempo agli altri e denaro allo Stato. Ho paura di una deriva verso un'etica del disinteresse e dell'individualismo, in cui chi si prende cura degli altri è una mosca bianchissima.

Chiudo con il testamento biologico, che, lo ripeto, in questo caso specifico della signora malata, ha chiamato in causa soltanto la Repubblica e che mi sono sentito in dovere di sottolineare. Anche secondo me esiste un vuoto da colmare, esiste un dibattito sociale da aprire, senza divisioni e preclusioni ideologiche verso chi la pensa diversamente. Le uniche riflessioni che, però, chiederei di fare prima di cominciare qualsiasi dibattito in materia sono due.
Una riguarda Eluana Englaro e si richiama al principio di precauzione. Esistono casi in cui pazienti nelle sue condizioni si sono risvegliati, sono molto rari ma esistono e sono documentati (anche se non ancora completamente spiegati dalla scienza). Alcuni di loro hanno poi affermato che durante il perido di stato vegetativo avevano momenti di coscienza: non so a che livello, ma dicono di ricordare quel periodo. A questo proposito ti invito a leggere la storia di Salvatore (www.salvatorecrisafulli.it) e a vedere la sua battaglia per l'assistenza ai disabili come lui o come Eluana.
La seconda chiama in causa una questione di priorità: una volta Livia Turco (spesso non sono d'accordo, ma questa volta si) disse più o meno così: da Ministro della Salute devo in primo luogo occuparmi della cura e dell'assistenza dei malati. Ecco, se non prima, almeno accanto al dibattito sul Testamento biologico, vorrei veder prendere dei provvedimenti seri a tutela e sostegno dei malati gravi e dei disabili, solo così sarà possibile sgombrare ogni dubbio sulle reali intenzioni di alcuni: risparmiare in assistenza.

Grazie mille per l'intervento, sono stato lunghissimo, ma la questione meritava.
Ciao

Andrea

MPV toscana giovani ha detto...

Ps. Domani o sabato vorrei pubblicare un'altra storia molto triste che sembra confermare le mie paure. Anche questa non c'entra con l'eutanasia, ma c'entra con la mancanza di assistenza e con la bruttissima abitudine di considerare di serie B la vita di alcune persone.
Ciao
Andrea