martedì 3 febbraio 2009

18 giorni di Carnevale

Mario Riccio, il beneamato anestesista che fece fuori Piergiorgio Welby, un' auctoritas in materia, ha detto che ci vorranno 15 giorni; a questi ne aggiungiamo altri 3 perché la clinica di Udine deve valutare le condizioni di Eluana. Fanno 18 giorni.

Proviamo ad immaginare cosa succederà. Penso innanzitutto alla clinica friulana, che si farà una certa pubblicità con questa storia: facendo un paio di conti, starà circa un mese sulla prima pagina di tutti i giornali italiani. Chissà se a questo direttori e medici dell'istituto ci avevano pensato? Credo proprio di si.

A parte questo, la sentenza sembra già scritta. 18 giorni in cui giornali, tg, anse, santori e vespe aspetteranno appollaiati fuori dalla clinica qualcuno che venga a dire: alla fine è morta, ce l'ha fatta poverina. Una morte degna davvero: 18 giorni di fame e sete, di gente che aspetta l'ultimo sforzo che una volta per tutte ti spedisca all'altro mondo. Fa davvero ribrezzo questa pietas. Fa davvero ribrezzo questa fine. Fa davvero ribrezzo il baraccone che hanno messo su per ammazzare una persona di fame e di sete.

Non ci sono troppe parole da spendere, parleranno questi 18 giorni a chiedersi quando morirà, a sentirsi dire che è fatta giustizia, a vedersi imporre silenzio da chi ha scientificamente voluto tutta questa gazzarra. Ma questi 18 giorni parleranno alle coscienze di tutti e rimarrà la scarna e triste verità: una donna muore nel modo peggiore, di fame e di sete, mentre una folla intorno sta a guardare sperando che non senta nulla.

Ma cos'è il Carnevale? E' il mondo alla rovescia. Chi salva la vita oggi la toglie, chi amministra il diritto oggi lo calpesta, chi si ammanta di pietas oggi plaude ad una morte per inedia, chi chiede la verità oggi è sfinito di menzogne, chi invoca il silenzio oggi soffia sul fuoco della polemica. E poi c'è il povero Re del Carnevale, che in mezzo a tutto il baccano finisce per andare all'altro mondo.

Speriamo che finisca presto questo macabro Carnevale.

Andrea

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Da ieri sera non ho pace… oggi sono inquieta e non riesco a trovare uno sfogo che appaghi la mia sensazione di inutilità… è cosi che mi sento inutile e priva di qualsiasi arma che mi aiuti a combattere quest’ ingiustizia… mi aggiro per la casa come una bestia ferita che non trova pace! Allora, se può servire, visto che come spesso dice qualcuno, mi prudono le mani, le faccio andare a colpire i tasti di questo PC, sperando che la mia rabbia si plachi.. So che non basterà, so che non servirà, ma ne ho un bisogno quasi fisico… il mio stato d’animo totalmente negativo è per Eluana.. una ragazza come tante altre che per sua sfortuna è diventata un “caso”… non la vediamo più come persona, è semplicemente un caso di cui parlare e straparlare… ma quanto veramente ce ne frega di lei?! Quanto veramente consideriamo questa persona una donna?! Ci siamo mai chiesti se si accorge di quello che le succede intorno, se pensa, se sente, se si emoziona o la vediamo come la vedono tutti “un vegetale” una Non vita! Mi chiedo, in queste ore, chi ci da il diritto di riempirci la bocca su cosa voglia dire vivere! Per molti vivere è divertirsi, avere un lavoro sicuro e appagante, fare viaggi intorno al mondo, mangiare bene, vestirsi bene, sentirsi i padroni del mondo… questo per molte persone è vivere; tutto il resto, la malattia, la sofferenza fanno paura… ma queste persone ridono mai, sono felici o sono prese solamente dalla loro bella vita? Per quanto ne so le persone che stanno cosi “bene” non ridono mai… Eluana lo fa, invece, quando sente la voce amica della suora che la accudisce ogni giorno, che le sta vicina e che le da il suo amore… ora non sorriderà più, proverà dolore perché qualcuno ha deciso per lei. Hanno deciso che la sua non è una vita degna di essere vissuta, il padre sostiene che sia la volontà di Eluana… mi vien da ridere. Sapesse quante volte ho pensato e detto voglio morire! A quest’ ora dovrei essere morta e sepolta da un pezzo.. perché la vita quella vera, quella per cui vale lottare è anche questa, quella in cui sentendoti una nullità, una fallita, vorresti lasciare tutto e dire non servo a nulla, la faccio finita e invece continui a lottare … lo abbiamo pensato e detto tutti ma tra il dire e il fare c’è un grande abisso. Viviamo in un mondo dove ormai devi pesare tutto, pure quello che dici perché se no firmi da solo la tua condanna!
Io non ci sto alla condanna di Eluana, lei non può difendersi. Lo dobbiamo fare noi, dobbiamo difenderla, aiutarla in questo momento dove altri vogliono decidere al suo posto. Viviamo in un mondo dove la sofferenza fa paura e vogliamo eliminarla del tutto.. beh a me fa paura questo mondo, mi fa paura la giustizia che non è in grado di condannare un ragazzo che violenta una ragazza però è in grado di “condannare” la vita di Eluana! Mi fa paura ed è atroce,mi sembra di essere stata proiettata in un film dell’orrore, per il modo in cui vogliono farla morire… a questo punto dategli un colpo di pistola in testa, patirà di meno! No, ma cosi è omicidio…. Farla morire di fame e di sete che cos’è?!
Giaco

MPV toscana giovani ha detto...

E'vero che ci si sente impotenti, concretamente lo eravamo prima e lo siamo adesso per quanto riguarda il caso specifico. Ma qualcosa possiamo fare, possiamo adoperarci nella nostra vita di tutti i giorni a diffondere una cultura della solidarietà e della vita. Non dobbiamo limitarci a dire "se tu vuoi così a me sta bene", dobbiamo aiutare, farci prossimo a chi chiede aiuto.
Non so se ti ho risposto, non so se ho dato una soluzione a questo sentimento di impotenza, questa però è per me l'unica risposta oltre alla preghiera per chi crede.
andrea

Anonimo ha detto...

"La vita è fatta di serenità e gioia. Purtroppo può accadere, e di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza... La sofferenza appartiene al mistero dell'uomo e resta in parte imperscrutabile... (ma) al dolore non si risponde con altro dolore" ( dal messaggio del Consiglio Permanente CEI).
Sono queste le parole che rieccheggiano nella mia mente, dal momento in cui ho avuto la certezza dell'esecuzione che stanno organizzando per Eluana. Notizia che ha fatto vacillare la bellezza della festa per la Vita appena trascorsa. Noi gioivamo in nome della vita e qualcuno operava per la morte, com'è possibile?
Lo so, avrebbero dovuto trovarci preparati, era da tempo che si preannunciava il tutto, era detto come inevitabile e prossimo, ma come spesso accade, la speranza e la voglia di trovare il buono nelle situazioni, ti spinge a credere in qualcosa pur sapendo nel tuo cuore che questa non accadrà mai. Il periodo di silenzio che aveva succeduto il decreto che accetta l'interruzione dell'alimentazione di Eluana, ci aveva suggerito di iniziare a temere il peggio. Le cose più brutte e spregevoli accadono sempre al buio, di nascosto, in silenzio. Come è avvenuto il trasporto di Eluana da Lecco a Udine.
E ancora una volta ci ritroviamo a scontrarci con l'ignoranza della gente, che continua a parlare per slogan e frasi fatte. Che continua a riempirsi la bocca con diritti, libertà, etica, rispetto, giustizia, democrazia senza appurare e avere chiaro il reale significato delle parole che usa. E la paura cresce. Ho paura che il relativismo che caratterizza ormai la nostra società, stia arrivando a sfumare l'ontologia dei concetti, a seconda di come ci faccia più comodo. Ho paura di coloro che vogliono disporre della propria vita e di quella degli altri, ma ho ancora più paura di coloro che si arrendono senza combattere, di coloro che si nascondono dietro ai vari " non c'è più niente da fare" e " la legge dice così". Io non ci sto. Io sono stufa di sottostare a eresie che mi propongono come leggi e non riuscirei a guardarmi allo specchio se non potessi affermare a gran voce che interrompere l'alimentazione a una ragazza malata è omicidio, è prendersela con il debole, con chi non si può difendere, altro che accanimento terapeutico. Interrompiamo l'alimentazione che è un'attività forzata, e poi sediamo Eluana, in modo da non farla soffrire?!? Io non ci sto a questi facili e rapidi tentativi di lavarsi alla meno peggio la coscienza! Ultimamente mi sembra di sentire dei discorsi a dir poco assurdi. E la cosa che mi fa rabbrividire di più è che chi li fa sembra essere molto convinto di ciò che dice.
Pianti, nervosismi, incacchiature varie, qualche insulto e qualche giudizio di troppo hanno accompagnato il viaggio e le prime ore di "ambientazione" di Eluana. E dentro la rabbia e la tristezza. Il buio che ha fatto da sfondo al suo viaggio è lo stesso del mio cuore. Senso di inutilità, di indignazione, di frustrazione, di infinita piccolezza, in un mondo che non solo non mi rispecchia ma che, pur essendo infinitamente più grande, non riesce a contenermi.
Ma mai la rassegnazione. Nel buio, una luce. Che non potrà mai essere spenta, neanche dal discorso più freddamente preparato di turno. Due cose non potranno mai ammazzare: la speranza e la fede. Nonostante tutto, oltre tutto e aldilà di tutto. E una sicurezza, il fatto di possedere un' arma invincibile: la preghiera, "la migliore arma che abbiamo, la chiave che apre il cuore di Dio"( Padre Pio). La preghiera, immersa nella totale fiducia in Dio. Nelle cui mani affidiamo ancora una volta Eluana, riponendola nel suo caldo e sicuro abbraccio, certi che Lui farà il meglio per lei, avendo "investito" una goccia del Suo Sacro Sangue anche per la sua vita. Nell'arco temporale tra la Giornata Per la Vita e San Valentino, speriamo di festeggiare Vita e Amore, pregando per la vittoria di entrambi.
Con la consapevolezza che " Una frase, una sola giudicherà la nostra condotta, la parola stessa di Gesù: "Ciò che avrete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avrete fatto a me".
Gio

Anonimo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=325969

Anonimo ha detto...

Alla fine del Carnevale inizia la Quaresima, in cui i crisitiani invocano il cambiamenti dei cuori. Speriamo che quest'anno porti più verità, oltre che Speranza. Ne abbiamo tutti bisogno.

osteriavolante.myblog.it

Anonimo ha detto...

http://www.salvatorecrisafulli.it/

Anonimo ha detto...

Significato della parola BULLO:" GIOVANE PREPOTENTE, CHE AMA MOSTRARE LA PROPRIA ARROGANZA, VANTARSENE ED ESSERE PER QUESTO TEMUTO E STIMATO NEL SUO AMBIENTE. E' UN ATTEGGIAMENTO UNIVERSALE, ED ESPRIME UNA SOTTOCULTURA CHE CERCA UN COMPENSO AL DESIDERIO FRUSTRATO DI PRIMEGGIARE" (Dizionario Italiano Ragionato).
Oggi i bulli sono sempre più numerosi intorno a noi: violenze di gruppo su ragazzine, su compagni handicappati, su coetanei stranieri e così via.
La principale responsabilità di questi comportamenti sta nell'esempio che i giovani ricevono dall'ambiente esterno! Ma che c'entra, direte, il bullismo nella vicenda di Eluana? Certo, è un bullismo atipico, privo dei requisiti che generalmente possiede. Ma dai protagonisti perfettamente riconoscibili: la persona in difficoltà, svantaggiata, malata e il bullo, che stavolta invece di vestirsi in calzoncini corti e maglietta sgualcita alla Nelson Muntz dei Simpson, porta cravatta, tocco univesitario e all'occorrenza il camice di medico!
Sono realtà come quella di Eluana e simili che portano a far sì che i giovani, specchi dell'ambiente che li circonda, si limitino a rifletterlo.
Se permettete preferisco i bulli alla Nelson Muntz e alla Bart Simpson che vivono ancora nella puerile età dell'istinto ai bulli di questa storia italiana che vivono nell'età del calcolo sfrenato, amanti della volontà altrui finchè non se ne appropriano e la fanno loro. E finisco con una frase letta per caso su un libro: "Capisco il bacio al lebbroso, ma non ammetto la stretta di mano all'imbecille"! Chi si offende per questa frase, vuol dire che si conosce molto bene... Rallegramenti!!

Anonimo ha detto...

TravisAnsa: Pubblicato il testamento biologico del Partito Radicale: "Se dovessimo arrivare allo stato vegetale... almeno annaffiateci!"